Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO PONTIFICIO ; STATO PONTIFICIO
anno <1941>   pagina <59>
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Materiali per una storia dellesercito pontificio 59
IV (1832-1846)
Avvenne sul cessare del 1831 lo sgombro totale degli austriaci dallo Stato Ponti­ficio. Il ritiro dette nuovo pretesto ai [rivoluzionari] di affacciare inammissibili pretese, promovendo disordini, e formando ancora dei corpi armati. Infatti circa quattromila uomini di questi con dei cannoni, fecero massa in Cesena, comandati da un tal Montai-legri, compagno già del Sercognani nell'anno innanzi, avendo a subalterni un Bclluzzi. un Conti, un Landi ed un Picconi, e con le maggiori forze e tre pezzi di artiglieria pre­sero valida posizione sulla Collina prossima alla Città detta la Madonna del -Monte. Il 19 Gennaro 1832, a forma degli ordini superiori avuti, il Colonnello Barbieri staccò la marcia su Cesena col suo Corpo di Operazione composto di 3.600 uomini, di quattro Squadroni di cavalleria (Dragoni), e di una Batteria e mezza da campo, pezzi 12, in tutto 4.210 combattenti. [Art.: 1 Battr. e mezza, pezzi 12, uomini 210 (Cap. Mechelli Vincenzo, Silvestri Nicola). Brig. fant.: 1 Batt. Granatieri (Magg. Rinaldi) uo. 1000; 1 Batt. Cacciatori (Magg. Cremona Luigi) uo. 800; 2 Batt. Cacciatori (Cap. Graziosi Mauro) uo. 800; Batt. Fucilieri (Magg. Welz) uo. 1000. Cavali.: quattro Squadr. Dra­goni (Magg. Zuccari Masino) no. 400]. Il 20 il corpo arrivò presso Cesena. La vanguar­dia era formata di una parte del 1 Granatieri, del 2 Battaglione Cacciatori, sotto gli ordini del Capitano Graziosi, di una sezione di due pezzi di artiglieria e di un plotone di Dragoni. La vanguardia era già in vista di Cesena ai piedi della collina detta della Madonna del Monte, posizione fortemente occupata dal nemico, munito della artiglieria, il quale vedendo approssimarsi l'estrema avanguardia composta della 2a Compagnia del 2 Cacciatori, aprì un vivo fuoco su di essa. In breve il fuoco divenne incessante da ambe le parti. Ma mentre la estrema vanguardia era fortemente impegnata, il Capi­tano Graziosi, comandante il 2 Cacciatori alla testa della la e 3* Compagnia assaliva vigorosamente la posizione dell'avversario girando la collina dal lato sinistro, sostenuto dai Granatieri e dalla sezione di artiglieria, ebe con tiri molto efficaci contrabatteva la nemica. Per due ore durò accanito il combattimento, acquistando però i Pontificii sempre terreno, finché, giunto sul luogo dell'azione il Colonnello Barbieri col corpo principale, decise l'esito del combattimento facendo caricare i nemici alla baionetta, i quali non resistettero all'urto, e disordinatamente abbandonarono il campo e si ripa­rarono a Cesena. Ma inseguiti dai Cacciatori e Granatieri dovettero sgombrare la città ed il borgo, sempre Incalzati fino al ponte sul Ronco, presero la fuga e si dispersero avendo subito gravi perdite, fra morti, feriti e presi. I pontifici ebbero fuori di combat­timento 50 uomini fra morti e feriti. *) In questo combattimento si distinsero molto il Capitano Graziosi il quale dimostrò un gran coraggio alla testa dei suoi soldati ed il Maggiore Rinaldi Comandante il 1 Battaglione Granatieri. Nello stesso tempo il Colonnello Zamboni si pose in marcia da Ferrara con una colonna di mille Uomini, e passando il Po di Primaro a Bastia ebbe degli scontri con alcuni piccoli corpi di nemici, ebe facilmente battè e disperse cagionando loro forti perdite in morti, feriti e prigio­nieri e portandosi su Massa Lombarda e Lugo ai 4 Febraro era a Ravenna. Il Tenente Colonnello Barbieri prosegui la marcia il di seguente, 21 Gennaro, ed entrò a Forlì senza alcuna opposizione, Nella sera mentre le sue truppe, stanche, prendevano riposo, in una piazza fu esploso un colpo di fucile da una persona ignota. [Nei giorni seguenti]
Ji Informazioni prese dal giornaletto particolare del capitano (poi colonnello) Graziosi e dal-Diario di Roma (Giornale Ufficiale) di quei giorni.