Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO PONTIFICIO ; STATO PONTIFICIO
anno <1941>   pagina <62>
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Paolo Dalla Torre
che, ragguagliati nel loro numero più reale di 625 uomini, davano un effettivo di 5.625 uomini, ai quali aggiunti i quattro Battaglioni dei due Reggimenti esteri al servizio pontificio, di 850 uomini ciascuno, nel totale 3.400 uomini, la fanteria mobilizzabile poteva ascendere a 9.025 uomini. Inoltre un Reggimento di Cavalleria, Dragoni, di sei Squadroni e poco più, forte di sopra i 600 uomini con 450 cavalli, due Squadroni di Cacciatori a cavallo 200 uomini e 180 cavalli. Un reggimento di artiglieria, del quale disponibile solo che una batteria da campo di 6 pezzi e 2 obici, la batteria estera sepa­rata, pur di sei pezzi e due obici, in tutto 300 artiglieri circa, 27 ufficiali del Genio. Oltre di ciò quattro compagnie di Carabinieri mobilizzabih' di 400 nomini a piedi e due squadroni a cavallo di 200 uomini. In tutto le forze mobilizzala]i potevano raggiun­gere ad un totale di 10.752 teste circa. [Non esisteva corredo di accampamento, non tende, non treno, non ambulanze. A tutto si rimediò con nuovi arruolamenti, avviando subito vecchi e nuovi soldati alle frontiere, con larghi acquisti, con preparativi stra­ordinari. H Generale Giovanni Durando ebbe il comando del Corpo di Operazione, ed Andrea Ferrari quello de' Corpi Civici mobilizzati e dei volontari. Il 22 Marzo il Mini­stro delle Armi Principe Camillo Aldobrandini che sostituiva il Generale Gabrielli da poco dimissionario], si rivolse alla Guardia Civica Romana ed ai volontari, nb. facenti parte di questa, onde formar nuovi corpi; il 23 stabilì il contingente per il Corpo di Operazione da prendersi nelle truppe di Linea, in quattro Reggimenti di fanteria, uno di cavalleria, due compagnie del genio, tre batterie di Artiglieria da campo ecc. [Ebbe, cosi, inizio quella serie di operazioni preliminari e di incalzanti avvenimenti, che doveva condurre circa . 20.000 pontifici ad entrare in guerra contro l'Austria. Ne: vennero i fatti che si conoscono. Dopo si gloriose e fortunose vicende, il 22 Giugno dello stesso anno Giovanni Durando pubblicava un proclama per licenziarsi] dalle truppe sotto i suoi ordini rassegnando il comando al Colonnello De Ramy comandante il 2 Reggi­mento Estero e la piazza di Ferrara, [vi si leggeva fra l'altro]:
In obbedienza agli ordini superiori ho trasmesso il comando del Corpo di ope­razione al Colonnello De Ramy. Non voglio dipartirmi da voi senza assicurarvi di aver adempiuto al più sacro, ed al più grato dei miei doveri, quello cioè di trasmettere al Ministro delle Armi i nomi di coloro che ben meritarono.... Con tale proclama può dirsi chiusa la campagna del 1848, la quale se per più ragioni ebbe dei fatti d'armi infelici ne ebbe anche dei favorevoli come quelli del 20 e del 23 e 24 maggio a Vicenza. Nel Luglio e nell'Ottobre dello stesso anno, il Sovrano Pontefice Pio IX approvò molte promozioni di ufficiali di Linea e concesse più decorazioni dei suoi Ordini equestri a quelli, che, a forma del .Rapporto del Generale in capo, ne erano stati più meritevoli come può leggersi nella Gazzetta di Roma dei 7 e 17 Luglio, dei 10, 14 e 16 Ottobre e 2 Novembre 1848. D
L'annata nel Settembre 1848 era in nuova riorganizzazione. Pio IX chiamò al servizio della S. Sede, il T. Generale Zucchi di Reggio Emilia (lo dichiarò suddito Pontificio). Questo Generale assunse il Ministero delle Armi il 27 Ottobre 1848, benché la nomina fosse dell'antecedente 19 Settembre 1848, e indirizzò all'Armata il seguente ordine del giorno: Sua Santità nostro Signore, essendosi degnato chiamarmi alla direzione del Ministero delle Armi, neU'accettarla, mio primo scopo è stato quello di adoprarmi in ogni modo e per quanto le mie forze lo permetteranno a disunpegnare un tanto difficile assunto onoratamento, e spoglio di ogni spirito di parte, onde
') Come il colonnello De Lutour a generale di brigata, il capitano Lentulus a maggiore il capitano Calandrelli egualmente a maggiore e cosi tanti e tanti altri.