Rassegna storica del Risorgimento

Materiali per una storia dell''esercito pontificio
ri manenimo molto soddisfatti delle sue leali espressioni e dei sentimenti di deciso attac-c amento all'ordine ed alla]nostra persona, e ponendo subito la mano all'opera confermò Ella coi fatti le espressioni del labbro. Ma la tempesta suscitata dai nemici dell'umana società troncò le sue operazioni e le nostre speranze. Fu per noi di somma afflizione la condotta tenuta dalle truppe stanziate in Roma nello scorso Novembre, mentre Ella era in Bologna per missione importante che le avevamo affidato. L'onore militare vilmente macchiato, i doveri di sudditanza empiamente traditi, il disprezzo incontrato nello Stato, nell'Italia e nel Mondo, furono e sono frutti che raccolse la truppa suddetta nell'infausto giorno del 16 Novembre, partendo dalla piazza del Quirinale ricoperta colla veste obrobriosa del tradimento.1) Noi però sappiamo distinguere i militari traditori dai militari sedotti, ed intanto incarichiamo lei di far conoscere a tutte le truppe, niuna eccettuata, ma specialmente a quelle che hanno conservato l'onore ed il decoro rnilitare, che noi attendiamo dalle medesime un atto di sudditanza e di affetto coll'adoprarsi nel mantenere fedeli al loro Sovrano quelle provinole che ancora si tengono tranquille, col sostenere i legittimi rappresentanti del governo da noi libe­ramente prescelti e col ricusarsi di prestar obbedienza agl'ordini del sedicente governo di Roma; colTattendere e conservare ovunque l'ordine e la tranquillità ristorandola ove si trovi turbata, e col disporsi a ricevere ed eseguire quei comandi che verranno loro comunicati dalle legittime autorità. E mentre ci è grato di tributare i dovuti elogi a quella porzione di truppe, specialmente a quelle che guarniscono Bologna garantendo la tranquillità a quei pacifici cittadini, esortiamo per di lei mezzo i sedotti a conoscere e riparare il grave errore commesso e preghiamo il Signore a voler degnarsi di operare il grande miracolo di condurre a pentimento i traditori. Riceva, signor T. Generale, l'Apostolica Benedizione che di cuore le compartiamo. Gaeta, 5 Gennaro 1849. Pio P.P. IX.
OBBESTE BEL GIORNO. Agli Ufficiali, Sottufficiali e Soldati nella la Divisione Militare. H Supremo momento è giunto! Si tratta di dichiararsi ribelli in faccia al Mondo, del legittimo nostro Sovrano, Pio IX, col prestare il voto ad un implicito giuramento all'Assemblea dello Stato condannata da lui, o di rimanere fedeli al nostro Principe, al Sovrano Pontefice, col rigettare generosamente lungi da noi qualunque indegna proposta. Non vi ha via di mezzo, o stringersi intorno al Vessillo Pontificio, pronti eziandio a cadere da prodi a pie del medesimo estinti, o vilmente cedere al pia nero suggerimento di smascherata fellonia. In quanto a me vostro Generale, la decisione è presa. Fin dalla prima giovinezza educato alle armi, ho camminato la via dell'onore, e non rare volte ho dato prove di batterla con piede fermo ed annuo risoluto. Ora che per la grave mia età mi trovo quasi al termine di tale camera, tradì* rei me stesso se osassi pur concepire di abbandonare quella bandiera sotto cui ono­ratamente ho finora militato. Quindi, in questo estremo di cose non ho creduto di appigliarmi che ad un estremo rimedio. Si è questo di partire dalla Capitale facendo appello col presente a tutti voi, miei fedeli soldati, di seguirmi guidati dai vostri rispet­tivi Comandanti, cui regolarmente ne ho trasmessi gli ordini, sotto le insegne Pontificie sormontate dai colori nazionali, alla volta di Terracina, per attendere ivi gli ordini; di Sua Santità. Chi memore dei suoi giuramenti, rifletta per un istante alla giustezza dell'impresa, sono certo non esiterà un momento di abbracciare un tale partito. A parte ogni indugio, il vostro Generale, il vostro superiore legittimo, il vostro Padre
l) Qui [giova] ripetere il già detto, che la guarnigione ebbe ordini indecisi e ine­splicabili, benché le truppe fossero ben disposte con il generale Zamboni alla testa.
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