Rassegna storica del Risorgimento
1843-1844 ; DIPLOMAZIA ; FRANCIA ; TUNISI
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1941
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767
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La vertenza franco-sarda per Tunisi (1843-1844) 767
Sovrano, dall'ultima volta. L'aspetto del volto, il tono della voce erano meno cordiali, anzi manifestavano una cordialità voluta e non sentita: certe asprezze del suo dire rivelavano una contenuta irritazione. Egli, pur dichiarandosi soddisfatto che le ultime notizie sulla vertenza di Tunisi dessero luogo a sperare in ima pacifica soluzione, notò che le ragioni, addotte dal Regno Unito per spiegare la sua mediazione, non erano da accogliersi senza riserve. Le condizioni del momento attuale erano ben diverse da quelle nelle quali erasi conchiuso il trattato del 1816: allora, la Francia non aveva un fondato motivo di interessarsi de' rapporti anglo-sardo-tunisini, mentre, nel 1844, essi erano elemento fondamentale della sua politica africana e mediterranea. Allora, non c'era l'Algeria che aveva radicalmente trasformato la condotta seguita, fino a quell'epoca, dalla Francia verso le Reggenze Barbaresche. Tuttavia Luigi Filippo dichiarò che egli non elevava alcuna obbiezione contro il pacifico intervento della Gran Bretagna: se esso fosse riuscito meglio di quello francese, a definire la pericolosa questione, ne sarebbe stato ben lieto.
Ma era una pura fraseologia, questa. L'intima sostanza del suo pensiero, il monarca francese manifestò quando ritornò sopra il concetto, espresso nella udienza precedentemente concessa al Brignole, che, cioè, non era lecito a due potenze, piccole o grandi che fossero, venire a lotta fra loro senza prima consultare i Gabinetti loro amici e richiederne l'amichevole intromissione. Dovere primo di ogni Sovrano era, al dir di Luigi Filippo, evitare di turbare la pace degli altri paesi, quindi nessun Principe era libero di servirsi dei mezzi persuasivi, posti nella forza delle armi, fosse pure per ottenere soddisfazione di affronti subiti, senza prima tentare tutte le vie di conciliazione, compatibili con la propria dignità, prima delle quali, il ricorrere all'intervento degli amici. *)
H Brignole comprese a chi ed a che cosa Luigi Filippo mirava. Erano le sue parole una implicita minaccia agli Stati Sardi, che non era, fortuito, l'accenno ad una possibile guerra da parte della Francia, se gli Stati Sardi fossero venuti a conflitto con il Bey: ed erano, al tempo stesso, una presa di posizione, inaccettabile dalla Maestà Sabauda, di fronte al diritto, che Ella aveva, di disporre, come meglio credeva, della propria volontà e del proprio sistema politico. Volere costringere il Re di Piemonte a ricorrere a quello di Francia, perchè questi potesse servirsi di simile offerta per gli interessi del suo paese, antitetici a quelli degli Stati Sardi; rimproverarlo, come un subordinato, perchè
0 A, S. T Lettere Ministri, Francia, mazzo 274, il Brignole al La Margherita, 29 marzo 1844.