Rassegna storica del Risorgimento

1843-1844 ; DIPLOMAZIA ; FRANCIA ; TUNISI
anno <1941>   pagina <769>
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La vertenza francosarda per Tunisi (18431844) 769
quale, come erasi in modo indubbio espresso nelle istruzioni inviate al Brignole, cui questi erasi attenuto nell'udienza del 27 dello stesso mese, così senza ambagi, al reggente della Legazione francese in Torino, mani­festò il suo stupore che si fosse potuto pensare di porre un limite alla libertà d'azione del suo Sovrano. Cario Alberto, pur nutrendo sentimenti di amicizia per la Francia e per il suo monarca, non poteva transigere che il suo onore fosse stato offeso impunemente dal Bey di Tunisi ed esigeva, che a qualsiasi costo, si riparasse alla mancanza fatta.x) Aveva accettata la mediazione inglese perchè, in virtù di un precedente trattato, il Regno Unito aveva la possibilità di intervenire amiche­volmente nelle vertenze che fossero sorte fra la Sardegna ed il Bey; e perchè, inoltre, il Governo di Londra non aveva mai posto in dubbio il principio della intangibilità del diritto sovrano di rego­lare, come meglio avesse creduto, le questioni che fossero sorte fra il Piemonte e le altre potenze.
La duplice dimostrazione della causa, che aveva determinato lo Stato Sabaudo ad assumere verso la Francia il contegno deciso, di rifiu­tare la sua mediazione come quella che era, implicitamente, sospetta di particolare parzialità verso il Bey; l'amarezza della disillusione; lo scacco di fronte all'Inghilterra ed alla diplomazia europea; il supino disprezzo, nutrito verso il Regno di Sardegna, tanto più sentito, quanto minor peso erasi mostrato di dargli dal Governo piemontese; il contrac­colpo che nella Tunisia e nel Bardo, se non in tutta l'Africa settentrio­nale, non avrebbe mancato di avere un simile stato di cose quando fosse stato conosciuto, fecero perdere a Luigi Filippo ed al suo Governo ogni ritegno. Più che ogni altra ragione li eccitava, contro gli Stati Sardi, la prova evidente che le loro minacce, anche se velate da agrodolci am­missioni e da ipocrite affermazioni, non avevano avuto presa negli animi degli statisti sabaudi; e all'innato orgoglio della razza francese, che si considerava la prima del mondo, da poeti, statisti e soldati, la*freddezza e la fermezza subalpine riuscivano intollerabili. gettata la maschera della amichevole condiscendenza, fu deciso dal Guizot e dal suo gabinetto che Luigi Filippo parlasse, come si richiedeva dalla dignità della Francia.
Il 1 aprile 1844, in un ricevimento di Corte, per festeggiare la nascita del nipotino del Sovrano, questi chiamò a sé il Brignole. Non fu un colloquio riservato, che, quantunque gli astanti, numerosi, si fossero ritirati a una certa distanza da' due interlocutori, l'aspetto
li A. S. T., Atti riservali del Ministero degli Esteri (1843-1844); SOLARO DELLA MARGHERITA, Memorandum, op. eit., pp. 289.