Rassegna storica del Risorgimento

BASSI UGO
anno <1941>   pagina <780>
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780 Umberto Beseghi
e divinatrice. Nel vostro discorso ai Romani del 27 maggio dite che la Lega poli' fica sarà il finimento delVunione. rannodando insieme i vari Stati italiani. Ma più che una Lega, o con una Lega, è a sperare che voi suggeriate un Parlamento, e ne fissiate minutamente le attribuzioni. Il grande abate DeLamennais s'occupò poc'anzi d'una Costituzione per la Francia repubblicana; Voi sommo ne ideerete una degna di voi e dei tempi, più che singolare amica, la quale giovi all'Italia a ricuperare ed assi­curare per sempre quel Primato ch'ile e morale, sul quale avete già composta un'opera magnifica, che sola, fra le tante, avrebbe bastato a rendere il vostro nome immortale.
L'oratore chiudeva col grido di viva Pio IX, viva Gioberti, viva l'Italia,
Secondo il riassunto pubblicato dalla Gazzetta, il Gioberti attri­buiva al popolo italiano, che riteneva maturo alle riforme e alla libertà, i meriti che si conferivano a lui, e che dal popolo egli aveva prese le ispirazioni.
Riguardo al sistema politico da seguirsi, onde favorire l'unione e la nazio­nalità d'Italia, di buon animo, egli soggiungeva, che a suo tempo avrebbe reso, quanto il permettevano le sue forze, il servizio che gli veniva chiesto a prò della Patria comune; e qui a lungo s'estendeva a provare, come s'avrebbe potuto provve­dere al lustro delle varie metropoli e città distinte d'Italia, sia col variare la sede delle Assemblee nazionali, ora trasportandole in una città ora in un'altra con un turno determinato; sia collo stabilire in alcune i Tribunali d'appello, in altre Licei ed Università, impedendo la centralizzazione soverchia (a cui andò soggetta la Repub­blica Francese), la quale non può a meno d'essere di nocumento all'universale.
La deputazione dei sacerdoti, soddisfatta delle dichiarazioni del Gioberti, gli lasciava l'omaggio di un sonetto, opera del dott. Gaetano Bonetti, uno dei tanti poeti d'occasione del tempo.
E di gloria così vinci ogni segno, Che Dante solo coll'eterna Lira Potrà di te levar carme ben degno.
Così chiudeva l'omaggio lirico offerto dal gruppo dei sacerdoti al Gioberti, terzina che esprime il loro entusiasmo.
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La partecipazione del cardinale Oppizzoni, e di questi sacerdoti alle celebrazioni in onore del Gioberti (quella del Legato, cardinale Amat aveva altro valore), suscitò un vero vespaio nel clero bolognese, il quale ai senti in blocco compromesso da un omaggio politico che pochi condi­videvano. Alla presenza dell'arcivescovo alla riunione dell'Accademia delle Scienze, fu dato un significato ancor più ampio di quello che effet­tivamente aveva. Conseguenza: aumento del disagio e di un dissenso già in sviluppo.