Rassegna storica del Risorgimento

BASSI UGO
anno <1941>   pagina <781>
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L'Episcopato bolognese e gli avvenimenti del 1848 e 1849 781
Lo stesso cardinale Oppizzoni si preoccupò delle impressioni susci tate nel suo clero e cercò di sminuirle. In un appunto, fra le sue carte, lasciò segnati i nomi dei sacerdoti che si erano recati dal Gioberti. È una lista non molto precisa, dovuta alla incertezza delle informazioni, e lo stesso Oppizzoni è indotto a fare delle riserve e delle correzioni.

26 giugno 1848. Nomi dei supposti Deputati, che si recarono dal Gioberti: can. Savioli, Pasti, Boschi della Metropolitana, mons. Zamboni e Laudi dubbiosi; can. Golfieri, Santa­maria, Gamberini S. Petronio. Dicesi che il discorso fu del can. Santamaria.
28 d. Da posteriori notizie mi risultò che il can. Pasti non intervenne.
Possiamo togliere i dubbi e le incertezze, lasciate dalla annotazione del cardinale Oppizzoni. La deputazione era composta dai canonici conte Alessandro Savioli e marchese Giacomo Boschi della Metropolitana, Gaetano Golfieri, monsignor aw. Francesco Santamaria e monsignor Arcangelo Gamberini appartenenti alla basilica di San Petronio. Capo della deputazione e oratore fu il Santamaria.
Per attenuare le ripercussioni e i commenti suscitati dagli omaggi resi al Gioberti, un ignoto pubblicò a firma Un amico della verità, sul numero del 31 luglio 1848 del giornale U Cattolico di Lugano un articolo, che intendeva essere di chiarificazione. L'autore è un prelato bolognese (forse monsignor Magnani, noto oppositore alle idee giobertiane), e non è da escludere ch'egli agisse in accordo col cardinale Oppizzoni.
L'articolista smentisce l'esistenza d'una autorizzata delegazione del clero, sia per mancanza di mandato, sia per la scarsa autorità dei suoi componenti. Con ciò si voleva togliere prestigio all'omaggio reso al Gioberti, compiuto da un gruppetto di sacerdoti, ritenuti dei dissi­denti isolati. In quanto all'intervento del cardinale Oppizzoni alla ceri­monia tenuta all'Accademia delle Scienze, l'articolista faceva distinzione fra la presenza formale in un istituto del quale il porporato era la principale autorità, e un reale omaggio, che viene smentito, alle idee giobertiane, definite antireligiose dottrine.
A quest'articolo, riprodotto anche dal Diario Modenese, e che ha chiari caratteri officiosi, rispose il canonico Santamaria con un foglietto volante, datato da Bologna 21 agosto 1848.1) Alla prima
l) Lettera ai Direttori del Diario Modenese e del Cattolico di Lugano, Bologna coi tipi delle Muse, a firma: Francesco canonico Santamaria. È un foglietto di quattro pagine numerate a due colonne. La stampa è tipograficamente assai scorretta. Nella copia esaminata presso l'Archivio arcivescovile, aleroni errori, non tutti, sono corretti a margine dall'autore.