Rassegna storica del Risorgimento
BASSI UGO
anno
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1941
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pagina
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786
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786 Umberto Beseghi
H Dallolio ricercò la lettera pontifìcia (quella ch'egli suppone la seconda), e la pubblicò in una nota in fine pagina del suo lavoro su La difesa di Venezia, omettendo però parte della corrispondenza che provocò, e soprattutto le giustificazioni dell'Oppizzoni, e in quale modesto modo rimediasse verso i bolognesi. E quindi opportuno rifare la storia di quel breve, il quale pur non avendo il tono supposto delle indiscrezioni, rimane sempre un interessante documento per la storia bolognese. Forse il cardinale Oppizzoni fece male a non renderlo pubblico, lasciandosi sopraffare dalle preoccupazioni per la tragica situazione di Bologna di quei giorni. Molta gente avrebbe però inteso, nel suo vero significato, la parola del Pontefice, specialmente coloro che, difesa la città, non si erano mescolati coi facinorosi, i quali pretendevano di dominarla con, la prepotenza, il terrore e il delitto, e provocare quelle salutari
reazioni, che si ebbero soltanto più. tardi.
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Il 30 agosto 1848, il Segretario di Stato, cardinale Soglia, trasmetteva all'arcivescovo di Bologna un breve firmato da Pio IX lo stesso giorno, accompagnandolo con una lettera riservata di istruzioni.
II S. Padre scrive il Soglia penetrato dal più vivo dolore per lo stato lacrimevole in cui trovasi coda Città si è determinata di scrivere all'Eminenza Vostra la lettera che qui ho l'onore di accludere. Non potendo però prevedersi dalla Santità Sua l'effetto, che potrebbe produrre la manifestazione della medesima, si rimette in ciò alla conosciuta prudenza, e perspicacia di V. E., affinchè, se crede che possa contribuire a ricondurre Vordine e la quiete, la renda pubblica in quel modo che stimerà; in caso poi contrario la ritenga presso di Sé del tutto riservata.
Inoltre Sua Santità in questo stesso corso di posta invia a V.-E. scudi cento, affinchè si compiaccia di distribuirli in soccorso di quelle povere donne, che sono rimaste vedove negli ultimi avvenimenti
La lettera si chiude coi soliti convenevoli. Avvertiamo che le sottolineature sono dell'Oppizzoni.
Il preambolo del Segretario di Stato, non era tale da incoraggiare il cardinale, particolarmente schivo a prendere iniziative e ad agire fuori tempo. Omnia cum tempore: era il suo motto preferito. Quindi questa lettera non soltanto preveniva, ma aumentava le incertezze del suo animo. Si aggiunga che taluni incitamenti del breve, ad affrontare una situazione realmente pericolosa, non erano né prudenti, né in armonia con la condotta del cardinale.