Rassegna storica del Risorgimento

BASSI UGO
anno <1941>   pagina <799>
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L'Episcopato bolognese e gli avvenimenti del 1848 e 1849 799
della posizione assunta dalla municipalità bolognese, alla quale,' forse, fuori di Bologna, si riteneva partecipe il cardinale Oppizzoni.
Così un dotti Clemente Bartolini da Trevi, scrive all'arcivescovo il 3 gennaio, avvertendolo che la situazione creata dai rivoluzionari è artificiosa.
E se ciò è vero, come è verissimo osserva il Bartolini perchè il partito costituzionale Pontificio se la dorme in sonno profondo, e cede tutto il campo agli esaltati? Una risposta, una protesta di questo partito da diffondersi col mezzo dei Giornali sarebbe ancora autorizzata dal fantasma di Statuto che ci resta. E se l'Emi­nenza V. Rmà col suo Clero e codesto Eccellentissimo Senatore, che nella storia dei nostri tristi giorni si è acquistata una gloria mai peritura, avessero il coraggio civile di darcene un esempio nella Gazzetta di Bologna, io mi lusingherei di sentirne quasi subito un'eco di omologazione in quella di Ferrara per impulso di quell'Emo Arci­vescovo, che assai ben conosco e forse anche in qualche foglio di queste province, sebbene tanto più compresse delle Legazioni dal partito ora dominante.
È questo un saggio dei propositi di resistenza alla Costituente, che si erano determinati nello Stato Pontificio, delle ricerche di mezzi e di persone, per dar vita e indirizzo al movimento. Ma il cardinale Oppizzoni era il meno adatto a compiere tale impresa. Anzitutto in Curia non si condividevano né il pensièro, né i propositi del vescovo di Gubbio. H 7 gennaio 1849. il vescovo di Epifania, monsignor Giuseppe Pas-saznonti, vicario generale della Diocesi di Bologna, scrive, non si comprende bene se al canonico Venturoli, segretario arcivescovile, o al canonico Casoni, cancelliere, il seguente significativo biglietto:
Car.mó* Can.
Sono persuaso che l'Emo darà una risposta evasiva al Vesc di Gubbio, né
s'impegnerà in cosa alcuna. Io non convengo nella massima di detto Vescovo: che
cioè gli Elettori peccano, e incorrano nelle Censure (ad eccezione dei promotori, e
chi spontaneamente si frammischia con loro) poiché le leggi Ecclesiastiche non
obbligano mai con grave incomodo.
Ne si può convenne nel progetto di spedire una scheda a stampa ai Vesc. dello Stato dovendosi ciò fare dal Papa, o da chi è da lui incaricato.
In una parola a me pare, che lo zelo del Vesc. di Gubbio non abbia la prudenza per Maestra e Direttrice come vuole S. Francesco di Sale, *)
Il cardinale Oppizzoni non rispose, neppure in forma generica. D'altra parte il Monitorio del 1 gennaio 1849, recapitato pochi giorni dopo a tutti i vescovi dello Stato, pronunciandosi anche canonicamente nei confronti della Costituente, era la migliore e più autorevole risposta allo zelo del vescovo di Gubbio.
i) Archivio arcivescovile di Bologna: Atti riservati, 1849, cartone R-225, fase. 1