Rassegna storica del Risorgimento

BASSI UGO
anno <1941>   pagina <800>
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800 Umberto Beseghi
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Non è qui il caso di esaminare l'atto pontifìcio, che è la prima scomunica lanciata contro il risorgimento nazionale. Ci basti citare, per meglio inquadrare e comprendere le conseguenze che essa ebbe a Bologna* il passo più importante del documento papale.
Ciò nonostante perchè ninno di voi possa dirsi illuso da fallaci seduzioni e da predicatori di sovversive dottrine né ignaro di quanto si trama da' nemici di ogni ordine, di ogni legge, d'ogni diritto, d'ogni vera libertà, e della stessa vostra feli­cita, vogliamo oggi nuovamente innalzare e diffondere la Nostra voce in guisa che si renda vieppiù certi dello stretto divieto con cui vi proibiamo, a qualunque ceto, o condizione apparteniate, di prendere alcuna parte nelle riunioni che si osassero fare per le nomine degli individui da inviare alla condannata assemblea. In pari tempo vi ricordiamo come questa Nostra assoluta proibizione venga sanzionata dai Decreti dei Nostri Predecessori, e dei Condili, e specialmente dal Sacrosanto Conci­lio generale di Trento (Sess. XXII C. XI de Re/or.) nei quali la Chiesa ha fulmi­nato replicate volte le sue Censure e principalmente la Scomunica Maggiore da incor­rersi, senza bisogno di alcuna dichiarazione, da chiunque ardisce rendersi colpevole di qualsivoglia attentato contro la temporale Sovranità dei Sommi Romani Pontefici siccome dichiariamo esservi già disgraziatamente incorsi tutti coloro che hanno dato opera all'atto suddetto, ed ai precedenti diretti a danno della medesima Sovranità, od in qualunque altro modo, o sotto mentito pretesto hanno perturbato, violata, ed usurpata la Nostra Autorità.
Copie del Monitorio, non in gran numero, furono inviate a Bologna all'arcivescovo, al vescovo di Epifania monsignor Passaponti, all'autorità civile, e al colonnello De Latour, comandante la 3a divisione svizzera, con lettere accompagnatorie del segretario di Stato, cardinale Antonelli.
All'arcivescovo (circolare n. 310 in data 1 gennaio 1849), il cardinale Antonelli scriveva:
Un altro attentato alla Sovranità temporale del Sommo Pontefice si è commesso ora a Roma con la proclamazione della Costituente avvenuta il 29 del prossimo passato dicembre, ed inserita nella Gazzetta di Roma dello stesso giorno. L'obbligo pertanto che incombe alla Santità Sua di mantenere e tutelare i diritti inviolabili della Santa Sede non poteva non indurla a emettere il nuovo Atto di cui si accludono qui vari esemplari.
E nell'intcrossare Vostra Eminenza a dare all'Atto medesimo la massima possi­bile pubblicità, le ripeto i sensi del mio profondo ossequio, eco.
Pel vicario generale, monsignor Passamonti, l'AntoneHi scriveva nella stessa data:
Per espresso comando del S. Padre acchiudo a V. S. IMma e Rina alcune copie dell'Atto dal Medesimo emanato qui in Gaeta, perchè possa prenderne cognizione e fare istruire il popolo intorno allo spirito dì esso in quel modo che JSIla reputerà il più conveniente.