Rassegna storica del Risorgimento

BASSI UGO
anno <1941>   pagina <802>
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802 Umberto Beseghi
Da Imola il Guarmani ebbe notizie da due diverse fonti, il 12 gen­naio. In una lettera si dice che quel cardinale nulla ha messo fuori, e che quando un qualcuno chiedda a quelli del Vescovado sul pro­posito, dicono nulla aver avuto da Roma, e se ne fanno maraviglia. L'altro informatore assicura che la persona di cui mi tenete parola (e cioè il cardinale Baluffì, vescovo di Imola) non ha fatto alcuna comu­nicazione ufficiale e pubblica che io conosca , e aggiunge che qui si Età ali erta per vedere cosa si farà in Bologna. Comunque osserva destino dei piccoli vassalli di essere rimorchiati dai maggiori M.1*
Da Ferrara, il 13 gennaio, si scrive che due copie del Monitorio, affisse alle colonne del palazzo arcivescovile, furono subito strappate, e che essendo comparso Patto stesso sui giornali, quell'arcivescovo ritiene che ciò possa bastare a rendere soddisfatti gli ordini relativi la pub­blicazione della medesima stampa rispetto a questa città. L'interme­diario riferisce poi questa curiosa risposta data dal cardinale Cadolini, arcivescovo di Ferrara, indirettamente interpellato dall'Oppizzoni onde avere consigli sulla condotta da tenere:
Del resto potendosi l'encomiato Emo riguardare, sono sue precise parole che riferisco per di Lei comando, come scolaro di un Porporato tanto insigne quale si è VEmo Arcive­scovo di Bologna dal quale fu iniziato nella carriera della Chiesa, si vergognerebbe di suggerirgli alcun partito; ma piuttosto si raccomanda a Lei, perchè colla maggiore sollecitudine voglia fargli conoscere di che avviso sia in proposito la encomiata S. E.
Forse da queste notizie il cardinale Oppizzoni ebbe sufficienti lumi per limitare, da parte sua, dopo la pubblicazione sui giornali, al minimo la divulgazione del Monitorio. Di questa limitazione abbiamo, anzitutto, larga prova nelle lettere allarmate dei parroci, i quali, avendo indiretta notizia della scomunica, soprattutto, dalle vivaci polemiche dei fogli liberali, chiedono ansiosamente istruzioni.
H 18 gennaio 1849, l'arciprete don Cesare Notari, vicario foraneo a Pontecchio (località vicinissima a Bologna), scrive, che avendo letto
1) Non è esatto che il cardinale Baluffi, arcivescovovescovo di Imola rimanesse inattivo. Risulta, infatti, che il 13 gennaio 1849 diramò una circolare ai gonfalonieri della Diocesi, riassumendo brevemente il Monitorio nella parte minacciante la sco­munica maggiore a coloro che avessero preso e alcuna parte nelle riunioni per la nomina degli individui da inviarsi alla Costituente Romana. Una di queste circo­lari, quella diretta al gonfaloniere di Lugo, è in copia fra gli atti dell'Archivio arci­vescovile di Bologna, con l'annotazione, di pugno del cardinale Oppizzoni: Stampata nel n. 2 Povero Diavolo-Si unisca. Il Povero Diavolo era un giornaletto politico liberale teatrale, che si pubblicò a Bologna in diciassette numeri dal 9 gennaio all' 11 maggio 1849. Estensore era Antonio Veai, e fu stampato dalla tipografia della Muse alla lapra. La raccolta del giornale è nella sala Breventani presso Ut Biblioteca arcivescovile di Bologna.