Rassegna storica del Risorgimento

BASSI UGO
anno <1941>   pagina <803>
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L'Episcopato bolognese e gli avvenimenti del 1848 e 1849 803
nei giornali la proibizione e la dichiarazione di scomunica del Sommo Pontefice, non pochi secolari, ed alcuni parrochi eziandio di questo plebanato, si sono a me rivolti, onde conoscere se sia autentica o no la suddetta Pontificia dichiarazione, e perciò se si debba o no rispondere essere lecito l'accedere a tale adunanza.
Lo stesso giorno l'abate Giovanni Cartolari, vicario foraneo, di Poggio Renatico, scrive: In quanto al Monitorio sulla Scomunica per le elezioni dell'Assemblea Nazionale non si è fatto vivo.
H 19 è la volta del parroco di Bargi. Il 21 l'abate Francesco Vigna del Ferro da Barbarolo, scrive di essere agitato per le vociferazioni sulla scomunica, e ne chiede copia e norma sul modo di contenersi e di dare istruzioni ai parroci del plebanato. E si potrebbe continuare neDe citazioni, se ciò non bastasse, dopo la scelta ira le richieste per­venute da località vicine, meno prossime e più lontane da Bologna, a stabilire che il cardinale Oppizzoni, non soltanto non diede al Monitorio diffusione ufficiale, ma non indirizzò istruzioni di sorta ai parroci.
Perchè tenne un tale contegno? In un articolo officioso comparso alcune settimane dopo sul Cattolico di Lugano,J) articolo che avremo occasione di riesaminare, e che in estratto fu diffuso a Bologna, si afferma che
l'Arcivescovo non la pubblicò {la scomunica) nella forma ordinaria, intanto che però ei la trasmetteva tosto da leggere al suo Capitolo Metropolitano, e quindi ad altri, e spezialmente a magistrati di campagna la distribuiva a mano, e di più era fatto certo che moltiplicatene le copie quasi in infinito, essa correva per le mani di migliaia di persone.
E fece questo per non suscitare tumulti. In ciò scrive il Cattolico > fu un padre che non pubblicò la scomunica nelle forme ordinarie forse per troppo amore alle sue fide pecorelle, temendo che voi (i liberali) non suscitaste quindi tumulti e guai a danno di esse.
La prima affermazione, sulla forma, cioè, di diffusione, non può essere considerata che come una postuma giustificazione, in quanto essa contrasta troppo con quanto abbiamo riferito, e con la ignoranza in cui erano persino i vicari foranei sulla reale esistenza della scomunica.
ì) Del Cardinale Oppizzoni Arcivescovo di Bologna riguardo alla scomunica di Pio IX e di altre menzogne, estratto in foglio volante dal Cattolico di Lugano n. 3, voi 32, senza indicazione tipografica.