Rassegna storica del Risorgimento
BASSI UGO
anno
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1941
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pagina
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806
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806 Umberto Beseghi
L'attesa durò due mesi, e non fu priva d'incidenti, che si ripercossero pure in Curia; ma aveva anche parentesi di poesia. Era ritornato con fervore al suo poema La Croce vincitrice, che il martirio doveva troncare al trentatreesimo canto. Ma a ogni squillo di battaglia, entrava animosamente in lizza. L'opuscolo Della scomunica e più altre cose de* tempi nostri, dialogo di Ugo Bassi (tipografia Tiocchi), era stato preceduto da un altro scritto, pubblicato in forma di manifesto il 7 gennaio, prima, cioè, che si avesse notizia del Monitorio: A Pio IX, parole di Ugo Bassi dei Crociati del 1848, vivace polemica intorno alla situazione verificatasi in seguito all'abbandono di Roma da parte del Papa. In quello scritto il Bassi ribadisce il concetto corrente, e cioè che nessuno intendeva attentare al Governo temporale, ma si voleva che Pio IX, libero dalla influenza dei cattivi consiglieri (i cardinali), ritornasse a essere il simbolo della redenzione d'Italia.
L'argomento è ripreso nell'opuscolo Della scomunica, esposto, come già fece il Filopanti, in forma di dialogo fra Giorgio titubante, e Ugo, oratore di persuazione. Anche il Bassi non crede, che Pio IX abbia di sua volontà sottoscritto l'atto, ma che esso sia, invece, frutto della coercizione dell'ambiente antitaliano formatasi a Gaeta, del quale il Papa sarebbe prigioniero. Comunque lo ritiene canonicamente inefficace, in quanto la scomunica è applicabile soltanto contro chi attenta a dogmi di fede. Difende la Costituente, istituto necessario per dare organizzazione allo Stato. Essa, dice, non è onta al governo del Papa, e se lo fosse anche, ciò sarebbe una conseguenza dell'avvenuto abbandono del popolo e del Governo da parte del Papa stesso.
La Costituente - scrive non griderà repubblica, al parer mio, e se lo gridasse, ciò sarebbe gridato da tutto il popolo. Saremmo scomunicati tutti? Non so. Scomunicare un popolo vorrebbe dire seminarvi l'anarchia e la guerra civile.
Bassi va quindi, nelle sue ipotesi, più. avanti del Filopanti. Pur preoccupandosi di liberare la figura di Pio IX da ogni responsabilità, ponendolo al di sopra delle contese e degli intrighi, dedito alla sua missione spirituale di Pontefice e di liberatore d'Italia, non esclude una possibile abolizione del potere temporale. Senonchè, mentre nei polemisti di quei giorni, compreso il Filopanti, la figura di Pio IX è usata per speculazione politica, nel Bassi la sua ammirazione pel Papa, sacerdote sommo della religione, rimase sempre inalterata, anche quando con amarezza e dolore, censura i suoi atti.*)
*) Più ampie notizie su questo raro opuscolo di Ugo Bassi sono contenute nel volume II (UMBERTO BESEGHI, Ugo Botai - II : Il Martire, p. 23 e seg.) della biografia del martire.