Rassegna storica del Risorgimento
BASSI UGO
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1941
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812
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812 Umberto Beseghi
ministero: di che vi ha date già moltissime prove. Assalito cento e cento volte da contumelie e da calunnie, perfin sulle pubbliche piazze, egli ha taciuto sempre, e si propone di tacere, la sola sua coadotta recando hi propria difesa, e tutto rimettendo nelle mani della divina Provvidenza. Egli è pronto ad abbracciarvi se vi mostrate pentiti, e sarà sempre pronto a sovvenire ai vostri bisogni e a tergere le vostre lagrime in ogni incontro ed in ogni vostra disavventura, che ben sa essere la carità evangelica quella virtù che sopra tutte ei deve professare. Ma ad un tempo vi dice ehe gli punge il cuore il vedere cosi contraccambiato il suo contegno, e vi prega di lasciare cosiffatte menzogne, le quali, anziché unione, producono scisma, e dimostran chiaro che la causa da voi sostenuta, non è, come voi vantate, la causa del popolo, la causa di Dio.
E facile ritrovare in questi ultimi periodi dell'articolista del Cattolico, l'eco della tormentata vicenda della contrastata dichiarazione collettiva del clero, naufragata non per volontà di silenzio, ma per disaccordo sulla forma e sulla procedura. Di tale interna contesa onesta pubblicazione, a quasi otto mesi di distanza, è tardivo, e non esatto sfogo.
I I I IV. I
I LE CONSEGUENZE SPIRITUALI E CANONICHE
DEL MONITORIO
Le elezioni avevano avuto luogo, e nella sola circoscrizione elettorale bolognese, esclusa Cento, che pure apparteneva alla Diocesi, 20.382 persone avevano votato, e fra esse non pochi sacerdoti. Tutti erano quindi caduti sotto la censura papale. L'alta cifra, mentre stava a constatare che l'influenza del Monitorio era stata assai relativa, poneva in singolare imbarazzo l'autorità ecclesiastica. Eravamo prossimi alla quaresima, e contemporaneamente tanti scomunicati erano posti al bando dalla Chiesa. Soltanto a Bologna essi ammontavano a 8547, a Budrio 1968, a Crevalcore 1491, a San Giovanni in Persiceto 1315, a Medicina 987, per citare le cifre più alte. In media eran più del dieci per cento della popolazione allora esistente, e tutti uomini, che automaticamente, per effetto del Monitorio, si trovavano scomunicati. E la notevolissima maggioranza di essi era religiosa e praticante.
Nello spoglio delle schede molti voti (la dispersione fu notevolissima) furono dati a sacerdoti. Ugo Bassi era in testa con 4346 voti, Alessandro Gavazzi lo seguiva con 3672, padre Paolo Venturini, provinciale dei Barnabiti e rettore della Pontificia università ne aveva avuti 763, l'abate Antonio Garelli 464, monsignor Gaetano Golneri 80, il canonico Giuseppe Brasa 25, il cardinale Carlo Oppizzoni 4, due di più del suo collega Amat, legato pontificio, monsignor Lucclicsini 6, monsignor