Rassegna storica del Risorgimento
BASSI UGO
anno
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1941
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pagina
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814
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8X4 Umberto Be seghi
essere il medesimo incorso isso fatto nel comminato anatema. Né richiedesi poi verun preventivo monitorio; perocché di regola generale a questo supplisce la promulgazione della legge che prescrive, o vieta alcuna cosa sub poena censurai.
Il cardinale Oppizzoni non si acquietò del giudizio del solo Tode-schi, e volle interpellare altri luminari della diocesi, e particolarmente, per ciò che si riferiva al contegno da tenersi nei confronti di quei sacerdoti, parroci o confessori, che avevano partecipato alle elezioni. Interpellò, quindi, il canonico Luigi Paltonieri, teologo della Metropolitana, dottore collegiato ed esaminatore prò sinodali, tre professori della Pontificia Università, e cioè, il canonico Giuseppe Pasti di Sacra Teologia, monsignor Gaetano Ratta di Teologia Morale, e monsignor Pietro Trombetti di Sacra Scrittura, l'abate di San Giuliano, don Domenico Buga-melli, dottore collegiato di Sacra Teologia, il Provinciale dei Domenicani, frate Emanuele Piccioli, e quello dei Minori Osservanti, padre Giacomo da Vicenza. A essi il cardinale sottopose il 31 gennaio 1849,
il seguente:
QUESITO
Chi ha dato il voto per eleggere i Deputati per la Costituente, è incorso ipso fatto nella scomunica intimata dall'atto qui unito ?
In caso affermativo si prega della soluzione del seguente dubbio:
Come abbia a regolarsi il Vescovo verso di un Parroco che abbia votato ?
E come verso di un semplice confessore ?
V. S. mi favorisca del suo voto colla possibile sollecitudine in iscritto e tenga segreta la presente.
31 gennaio 1849. C. Card.
H primo a rispondere fu il provinciale dei Domenicani, padre Emanuele Piccioli, con una curiosa lettera, declinando l'incarico.
L'atroce colpo scrive il Piccioli per l'accadutami morte di un fido amico, che mi porgea ajuto oppilo" negli affari occorevoli, colpo, si replica, atroce sino a farmi penosa la digestibilità dei cibi, e farmi dolente la testa, mi ha reso però una stupida persona e temente e irresoluta, sotto ben anche la tortura di una coscienza irrequieta e ignorante. È certamente inabile a dar voto alcuno, in casi fossero anche di lieve portata. Sono quindi dolentissimo di non poter far qui risposta ai proposti Quesiti dell* E. S. RSa: coi debbo cotanto da molte bande e più titoli.
Le altre risposte, alcune assai prolisse, sono affermative sul primo quesito. Il canonico Paltrìnieri aggiunge, per quanto si riferisce alla pubblicità del Monitorio, che essa non bisognava, poiché non era questa una legge nuova, ma un'avvertenza.
Sul secondo quesito (relativo al contegno da tenersi nei confronti dei sacerdoti votanti per la Costituente), i pareri furono disformi, per cui il cardinale inviava il 12 febbraio 1849 al presidente del Collegio Teologico, monsignor Termanini, le varie risposte raccolte, pregando di radunare i prelati interpellati perchè letti, ed esaminati i singoli voti