Rassegna storica del Risorgimento

BASSI UGO
anno <1941>   pagina <817>
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VEpiscopato bolognese e gli avvenimenti del 1848 e 1849 817
IL PERIODO REPUBBLICANO E LA CHIESA BOLOGNESE
Il 13 gennaio 1849 un anonimo (uno dei tanti che insidiavano la pace dell'ottuagenario cardinale) denunciando le licenze che Ugo Bassi si prendeva a Bologna, frequentando cameratescamente i compagni reduci dalla guerra nel Veneto, rimproverava acerbamente l'Oppizzoni pel suo contegno pubblicamente passivo, e che agli occhi degli inquieti reazionari bolognesi, appariva come compiacente tolleranza.
Se l'Eia Va vuol dire la verità scrive l'anonimo insolentemente , non potrà non asserire, che tacere proviene da certi rispetti nm"i che Cristo certamente non lo garantisce, e che anzi vuole che i Pastori se sia d'uopo diano la propria vita p. evi­tare gli scandali. Guardi quello che fece il Vescovo di Parigi, e tanti altri magnanimi, per difendere l'onore di Cristo.
Metta fuori la scomunica inviategli dal Sommo Pontefice, e non tema, che se anche avesse da perdere la vita deve persuadersi d'essere vissuto abbastanza. *)
Così parlavano all'arcivescovo uomini che non avrebbero dato una stilla di sangue per la causa della chiesa, ma, che nell'ombra, aizzavano per rendere sempre più grave il conflitto. Chiamavano vile un uomo che non aveva esitato, per difendere un principio e un privilegio chie­sastico, di porsi contro Napoleone, e che nell'attuale sconvolgimento politico, non aveva altro scopo che di salvare l'autorità spirituale della fede. Solitario, ma esperto pei molti ricordi della sua lunga vita, egli è persuaso che il nuovo attentato, proveniente, questa volta, non dal­l'esterno, ma dall'interno, terminerà col trionfo della Chiesa, senza bisogno di eccessive reazioni, ma per indeviabile volontà divina. Ai Pastori incombeva il grave compito di salvare nelle anime il principio religioso. Questa persuasione e questa missione lo rendeva tollerante sia agli attacchi degli avversari, sia a quelli, più insidiosi, di coloro che avreb­bero dovuto comprenderlo e difenderlo. In quei giorni altri uomini, che partendo dallo stesso concetto di intensificare nelle anime la fede reli­giosa, lo associavano però alla liberazione e al trionfo della patria. E diedero, per questa loro duplice fede, coraggiosamente l'azione e la vita.
La posizione, quindi, del cardinale Oppizzoni al momento della proclamazione della repubblica, ò straordinariamente difficile, quasi drammatica, stretta fra gli eventi e le intemperanze dei suoi.
In alcune notificazioni, pubblicate in occasione di precetti o di solennità religiose, le quali, è bene precisarlo fin d'ora, non furono
i) Stesso Archìvio, posizione Bassi e Gavazzi.