Rassegna storica del Risorgimento
BASSI UGO
anno
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1941
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pagina
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826
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826 Umberto Beseghi
del cuore e dell'ingegno. Il cardinale Oppizzoni non poteva ignorare il passato e il presente politico dell'ex detenuto di Josephstadt, pure si adoperò e riuscì a ottenere dal comando austriaco il passaporto.
Lo stesso giorno un gruppo di ventidue lombardi, rimasti a Bologna, invocano soccorso dai compatriota cardinale, onde voglia dare qualche alleviamento ai nostri mali. Ed aggiungono: il diritto all'esistenza spetta sacrosantamente anche a noi, benché fatti bersaglio dalla ferocia degli stranieri. Per tutti si firmano : ChizzoniGaetano, estensore, Locatelli Ambrogio, Leopoldo Ferrari e Rossi Pietro. L'Oppizzoni elargì loro sei scudi.
Il colonnello Angelo Bellini, comandante della difesa di Bologna, dopo la resa della città, inviava all'arcivescovo la spada, ma non viene accettata. Dalle lettere che il Bellini invia in questa circostanza, e anche successivamente quando, pur essendo fuori di Bologna, invoca dal cardinale protezione, la figura di questo colonnello esce assai dubbia, per la evidente insincerità dei suoi sentimenti. Anche il generale Carlo Bignami, passato a opinioni politiche opposte, si rivolge spesso all'Oppiraoni per avere tutela. L'ebbe certamente, poiché nonostante fosse escluso dalla amnistia del settembre, rimase indisturbato a Bologna.
I primi contrasti fra l'arcivescovo e il comando austrìaco, sorsero in seguito alla occupazione di conventi, avvenuta senza distinzione fra maschili e femminili, per alloggiarvi la truppa. L'Oppizzoni (il particolare non è senza interesse) non rivolge mai le sue proteste al governatore generale Gorzkowski, che ostenta quasi di ignorare, ma al rappresentante del Papa in Bologna, monsignor Bedini. Questo sintomatico contegno, é ispirato da un rigido concetto di legalità, e anche di personale superiorità.
Il 19 maggio 1849 (n. 300 di protocollo), l'arcivescovo, preoccupato dall'invasione dei conventi, compiuta senza chiedere né permessi, né dare preavvisi, scrive al Bedini affinchè siano almeno preservati quelli femminili.
Sento scrive che si vorrebbero occupare alcuni Monasteri di Monache e Conservatori di zitelle perchè sono in località vicino alle mura. Prego V. S. Illma e Rma ad interessare il Sigr Governatore Generale Austriaco non siano occupati. Oltre all'incomodo produrrebbe ciò una sinistra impressione in città. Spero di essere esaudito.
II Bedini rispose di avere raccomandato ciò al Gorzkowski, ma la preghiera dell'arcivescovo non fu accolta: un paio di conventi femminili furono occupati con la scusa che essendo essi sulle mura, potevano favorire l'esodo notturno e clandestino, proibito da una notificazione, pena la morte.
L'Oppizzoni non aggiunse proteste; ma il fatto lo amareggiò parecchio.