Rassegna storica del Risorgimento
BASSI UGO
anno
<
1941
>
pagina
<
827
>
L'Episcopato bolognese e gli avvenimenti del 1848 e 1849 Z1
Sempre al Bedini (22 maggio 1849), l'arcivescovo, impietosito dalla condizione di molte famiglie danneggiate dai bombardamenti, rivolse preghiera affinchè il Governo elargisse qualche soccorso, togliendo cosi, di mezzo cause di malanimo Privatamente il Commissario pontificio rispose:
Niente di più degno della sollecitudine del Nestore de* pastori, che il pensiero comunicato colla venerabilissima sua in data di quest'oggi. Essa consona perfettamente col mio cuore che testimone de* disastri ne fu in ogni istante lacerato dal dolore: ma è pur duopo che consoni anche coi mezzi, che possono essere a nostra disposizione. Io per verità avrei creduto, che un appello alla cittadina carità sarebbe stato più facile, ma veggo altresì che sarebbe esporre i buoni suoi figli nel resto delle loro fortune ad un vero bombardamento d'amore, che in altro senso sanguinerebbe forse non meno del primo. Mi limito dunque per ora a far tesoro del suo santo pensierose a dar opera, perchè mi si offra una via onde attuarlo.
L'efficacia delle sue preghiere potrà ottenermi tanto benefizio da quella sola Provvidenza, i cui tesori sono inesauribili; e ad essa appunto con fiducia e fervore ricorro.
Così scriveva il Bedini, abbandonando a se stessi tanti disgraziati, vittime innocenti degli avvenimenti politici. Il cardinale soccorse di sna tasca, coi limitati mezzi a sua disposizione, quanti potè. Chi ebbe nulla o poco, curò da sé i propri disastri.
I lagni dei parroci e dei privati, saccheggiati dagli austriaci sono infiniti, e ci dilungheremmo troppo a elencarli. Citiamo soltanto un episodio, quello che riguarda don Baldassarre Stefanelli abitante fuori porta San Mamolo, il quale, danneggiato dagli austriaci, si mise a vituperarli pubblicamente. Le sue vociferazioni essendo giunte all'orecchio del cardinale, lo fa chiamare dall'Uditore, con questo singolare biglietto:
26 maggio 49
II Sig. Uditore chiami d. Stefanelli, e gli intimi di non parlare contro dei Tedeschi
altrimenti alla prima sua mancanza lo faccio chiudere in S. Orsola.
Per regola è disturbatore per l'affare del parroco di Ripoli.
C. Card.
L'irrequieto sacerdote, minacciato di essere chiuso in manicomio, sottoscrive davanti all'Uditore vescovile monsignor Vincenzo Tedeschi,
la seguente dichiarazione:
Li 29 maggio 1849
Pietro opportuno invito è comparso al sottoscritto il Rev. Don Baldassarre Stefanelli ii quale conosciuto il motivo dell'estradatagli chiamata, ha dichiarato, che in avvenire non parlerà più degli Austriaci, considerandoli come punto non esistessero, e ohe per lo passato si è limitato soltanto a raccontare quanto di sinistro gli ora avvenuto da parte degli stessi Austriaci. Ripetendo infine la promessa di non tenere più siffatti discorsi, e di astenersi ancora dalle occasioni che lo potessero a ciò indurre,
à è qui meco firmato.
D. Baldassarre Stefanelli
Vincenzo Todeachi Uditore Vie.l)
i) Archivio arcivescovile di Bologna: Atti disciplinari, 1849, cartone S-29, fase. 5.