Rassegna storica del Risorgimento
RICASOLI BETTINO
anno
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1941
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pagina
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851
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VARIETÀ, RASSEGNE E DISCUSSIONI
BETTINO RICASOLI AGRICOLTORE E POLITICO AVANTI IL TRATTATO DI VILLAFRANCA
Nel raccogliere le lettere e i documenti per la pubblicazione dei Carteggi di Bettino Ricasoli1) ho dovuto riprendere in esame anche il gruppo, non trascurabile, di carte Ricasoli che si trova gelosamente custodito nell'Archivio della mia famiglia. Una lettera del Barone al fratello Vincenzo, scritta da Brolio il 24 settembre 1855, ha nuovamente fermata la mia attenzione. Vincenzo era di ritorno dalla Crimea, dove era andato come ufficiale dell'esercito piemontese, e Bettino aspettava di sapere che avesse ormai attraversata l'Austria e che fosse in paesi più cristiani per aprirgli l'animo sui fatti del giorno. La lettera non fu pubblicata in Lettere e Documenti del barone Bettino Ricasoli a cura di Marco Tabarrini ed Aurelio Gotti, mentre son certo che passò sotto i loro occhi. Non ritennero forse di renderla allora di pubblica ragione per il giudizio un po' troppo acerbo sugli italiani di quei tempi e specialmente sul Piemonte, il suo Governo (che era quello di Cavour) ed i piemontesi in genere.
La lettera è abbastanza lunga, ma credo opportuno di farla conoscere per intero, perchè sono nemico delle riproduzioni monche. Anche i soggetti di minore importanza possono essere utili allo studioso per analizzare lo stato d'animo dello scrivente in quel dato momento. E stato d'altra parte bene che il Tabarrini ed il Gotti non abbiano pubblicato la lettera, anziché l'avessero fatto tagliandola e modificandola arbitrariamente; sistema del quale, purtroppo, si servirono in quel loro pur sempre utile ed interessante lavoro.
Nel documento molto si parla di agricoltura che interessava i due fratelli. Tutti e due erano e furono sempre due agricoltori appassionati. Bettino, fino dai suoi giovani anni, aveva dovuto occuparsi dei vasti possedimenti di famiglia ed aveva vissuto per molto tempo a Brolio tutto dedito al miglioramento di quelle terre. Vincenzo, che alternò le sue occupazioni campestri con le gesta militari, possedeva sul Monte Argentale la Casa Bianca e la fattoria GorareUa presso Orbetello. È certo che Bettino aveva allora ed ebbe ancora per molti anni degli scoraggiamenti che parve, qualche volta, dovessero allontanare il suo animo dall'impresa e abbattere il suo coraggio di novatore agricolo e restauratore del patrimonio avito. Scoraggiamenti in gran parte dovuti all'avverso destino: grandinate, carestie, malattie delle piante, del bestiame, che distruggevano tutti i provvedimenti da Ini studiati e tenacemente messi in opera. Si aggiunga a tatto questo le disillusioni politiche e le disgrazie di famiglia che lo colpirono.
Il forte Barone era anche un sentimentale e le speranze deluse del 1848, il Governo guerrazziano del 1849, il triste ritorno del Granduca preceduto dalle truppe austriache lo abbatterono. Ogni speranza di costituzione politica era svanita, la Toscana non lo interessava più e, con questo, l'amore alla terra si affievoliva. Con la scusa dell'educazione della figlia, se ne andò con la famiglia in Svizzera da dove ritornò soltanto nel 1851. Nel maggio del 1852, una consolazione e una speranza, il fidanzamento della
il Carteggi di Bettino Ricasoli, a cura di Mario Nobili e Sergio Canterani, pubblicazione del R. Istituto Storico per l'età moderna e contemporanea, Bologna, Zanichelli, 1939-40.