Rassegna storica del Risorgimento
RICASOLI BETTINO
anno
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1941
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pagina
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855
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Bettino Eicasoli agricoltore e politico, ecc. 855
Brolio, U 24 settembre 1855. Caro Cencio,
Avevo gran voglia scriverti in paesi più cristiani per parlarti di cose che non mi parve di prudenza dirti nelle mie a Vienna e a Trieste; ora tanto pia ti scrivo che ho ricevuto l ultime due tue, con mio gran piacere lette.
Perchè non hai visitato la ferme di Word ? Molto male se non l'hai visitata. Quello non si chiama viaggiare con frutto, quando non si visitano le cose del mestiere.
Sta [quieto] per la Maremma. Non sei responsabile di niente. Non sono pia- un
bambino, e a questa età il male o il bene dipende da me, e nessun rimprovero ne può
ventre altrui. Mi dissi pentito nel senso che la Maremma mi toglie più ancora quella
libertà che anelo per vivere altrove, e occuparmi di cose per le quali ora mi sento più
vnclmato. Non so dirti come mi noiano queste specie di occupazioni materiali; vi ho
proprio un controgenio deciso. Ma la ragione mi vi costringe, ora mai che in bollo mi
sono messo ancora. Non convengo punto teco sulla massima espressa nell'ultima tua
lettera di far servire la cosa a noi e non noi alla cosa. Questa massima non sussiste in
fatto perchè il più delle volte le cose hanno più potenza di noi; non è savia in principio
perchè si finisce col non godere e nulla ottenere. La vera regola nel mondo, al contrario,
sarebbe di seguire quanto più ci è possibile le nostre vocazioni e, dove non è possibile,
rassegnarci; perchè seguendo le vocazioni si persevera ed è più facile riuscire a qualche
cosa. Ma lasciamo questo tema; ed invece tu vieni con tutto Vamore di aiutarmi, assi'
stermi e meco cooperare come se si fosse uno: che in verità ho gran bisogno di consiglio
e di assistenza, essendo stanco di avere tutto dovuto decidere da solo. Io poi non sono
punto sicuro di avere cólto nel segno. Al contrario, ne temo molto. Ma infine il punto
decisivo è il tornaconto. Posso avere bene scelto, ma forse non torna il conto. E allora ?
rispondi. Poi ora siamo in mezzo alle macchine, e di meccanica non so. Basta; vedremo
tra me e te cosa arriveremo a fare. Intanto sono avvisato che le macchine sono a Livorno;
e mentre non mi parrebbe vero, e bisognerebbe essere in Maremma e cominciare a lavorare,
invece mi sento consigliare a non andare in Maremma. E un bel principiare. Ecco il
perchè mi svoglia e mi fa pentire. Non faremo nulla.
Sta quieto sulle cose tue. Io ho visto il Ponticelli, non mi pare abbia alcuna pretesa. Anzi mi disse che la Società finirà e che ciascuno avrebbe pensato a sommare le proprie terre. Non potetti accorgermi della minima ostilità o pretesa. Vedrò in seguito. Sta quieto su tutto. Intorno ai grani potrai far da te; per ora i prezzi sono piuttosto sostenuti (L. 22 e 23), ma non vi è moto di speculazione. Sevi è scarsità generale, la speculazione ti mostrerà. Questo è lo stato presente delle cose.
Siamo senza vino. Immaginati che a Brolio avrò barili 500 di vino. Cagione pria' opale, il gelo della primavera. Io cerco se posso fare qualche acquisto di vino, anco per speculazione, ma ci vuole vino buono e, se mai, piuttosto meglio di quello di Brolio. Dove provarlo ? Ci voleva quello di cui mi parli nella tua lettera. Oggi un vino passabile si paga almeno paoli 5 il fiasco. Non si crederebbe che tanta sia la mancanza del vino, se non si vedesse con i proprii occhi. Mi dicevano che nel Monferrato, neWAstigiano ci fosse molta uva. Io non potetti fermarmi per giudicare che vini fossero e se convenissero ai nostri palati, e il prezzo offrisse margine. Io tenterei una speculazione per riparare al vuoto della mancanza dell'uva. Ho provato vari* rimedi, quello di sdraiare le viti è rimedio sicuro. Tu potrai ricuperare il Riminese facendo questo.
Perchè dovevo farmi le stanze in casa tua ?* Mi pare naturale ch'io abbia preferito farle in casa mia. Ciò non toglie che sul resto non ci si possa associare. Insomma, senza la Maremma, a novembre sarei ripartito di nuovo: con la Maremma occorre che vi trovi un larghissimo compenso. Ma se gli arnesi non riescono, nulla di buono si può faro; se riescono, dobbiamo ingrandire gli acquisti. Mi sono seccato con questi discorsi! parliamo di altro.