Rassegna storica del Risorgimento

1861 ; ROMA ; CAVOUR, CAMILLO BENSO DI
anno <1941>   pagina <858>
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Gino Bandini
D'altronde il vigoroso appoggio dato da lui all'ordine del giorno non lasciava dubbio che esso, per forma e per contenuto, intcprctasse letteralmente il suo pen­siero e i suoi intendimenti.
Dopo aver premesso che nessuno degli altri quattro ordini del giorno presentati riassumeva in modo più conciso e più preciso dell'o. d. g. BonCompagni le idee esposte così lucidamente dall'onorevole interpellante, accolte senza riserva dal Mini­stero Cavour aveva nettamente dichiarato che all'Audinot egli aveva risposto pre­cisamente come risponde l'o. d. g. BonCompagni . 1) E proseguiva dimostrando che quell'o. d. g. non soltanto, con l'acclamare Roma come capitale, corrispondeva pienamente ai sentimenti menifestati da tutti, ma che anche per quel che si rife­riva ai mezzi per andare a Roma riassumeva le spiegazioni che egli aveva date nel discorso del 25 marzo, tanto che, approvandolo, la Camera darebbe a quelle spiegazioni la sanzione propria. 2) Finalmente, dopo aver ancora illustrato il proprio programma, esclamava: Mi pare impossibile il formolare in modo più schietto questo programma che venne perfettamente riassunto dall'o. d. g. del deputato BonCompagni. 3)
Sia o no stato vergato di pugno di Cavour non si potrebbe dunque richiedere una pia esauriente e più autentica dimostrazione della assoluta conformità di esso ai due discorsi del Primo Ministro. Perfino la espressione più contrastata era tolta testual­mente dal suo discorso del 25 marzo nel quale aveva detto: dobbiamo andarvi di con­certo colla Slancia, come nello stesso discorso, si era valso, soffermandosi a svisce­rarla, dell'altra espressione, che pur ritroviamo ncll'o. d. g., della indipendenza del Pontefice. *)
Eppure è possibile ora affermare che la forma dell'o. d. g. BonCompagni non era però quella che aveva incarnato il pensiero iniziale di Cavour e che era sgorgata quasi di getto dalla sua penna. II testo proposto successivamente alla Camera e da essa approvato ci appare, infatti, come il risultato di adattamenti e, diciamo pure, di con­cessioni intese a raccogliere su di esso quella quasi unanimità di consensi indispensabile a renderlo solenne ed autorevole, a farlo meno ostico ad una parte della Camera e, soprattutto, a togliergli quel che avrebbe potuto essere interpretato di là dalle Alpi quasi una intimazione e, forse, un'aperta disfida.
Tale affermazione è possibile perchè esiste al Vittoriano 5) un foglietto e questo, senza ombra di dubbio, interamente di proprio pugno del grande Ministro) che certamente costituisce il testo originario di quello che fu poi trasformato nell'o. d. g. firmato dal Bon-Compagni e da molti altri. Quel foglietto, proveniente dal vecchio fondo della Biblioteca Vittorio Emanuele, fu catalogato con la indicazione: Camera dei Deputati', Ordine del giorno, ecc. e con la avvertenza: Non porta alcuna firma. Era quindi facilmente sfuggito sinora all'attenzione degli studiosi, non essendosi presentata l'occasione di rilevare che era della mano di Cavour. Risulta che esso fu a suo tempo acquistato proprio insieme con una lettera di Cavour all'Audinot 6) e ciò induce a
i) CAVOUR, Discorri Parlamentari, XI, p. 339.
2) Ibid., p. 345.
) Ibid., p. 343.
*) Ibid., pp. 319 e 322.
5) Busta 78, n. 17,
6) E quella del 31 ottobre 1860 che ri riferisce all'opera data dall'Audinot a per­suadere Marco Minghetti ad accettare il portafoglio dell'Interno, pubblicata dal CHIAMA in Latterei voi. IV, p. 81, n. MXXXV. L'originale è conservato nella busta 61, n. 36.