Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno <1942>   pagina <10>
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10 Pietro Pedrotti
incaricava quindi il Bubna ed il Guicciardi di trasmettergli in merito le loro proposte.
In un rapporto del Bubna al Cancelliere del 4 gennaio 1818 si manifestava il desiderio del Manzi di recarsi a Napoli, progetto del resto caldeggiato dallo stesso generale, osservando che appunto in quel momento era opportuno che un testimonio ed un competente osservatore potesse informare su quanto avveniva in quel paese, soprattutto nelle Calabrie e negli Abbruzzi, *) dove regnava una grande anarchia; in attesa di ordini non aveva preso però ancora alcun impegno, anche per le personali circostanze del Manzi, conosciute anche4 dal Cancelliere; si era consultato pure col conte Guicciardi per tro­vare al Manzi quella posizione adatta concessagli dall'Imperatore, e soggiungeva:
Nessuna occasione propizia si presenta ora per un suo collocamento e fin tanto che esso non si troverà, noi riteniamo opportuno che Tito Manzi venga chiamato a Milano, dove potrebbe con utilità essere impiegato senza dare nell'occhio, quale inter­mediario fra me e Guicciardi. La carica di quest'ultimo aveva infatti tanto limitato la facilità dei nostri contatti, per il fatto che egli, per gli affari di sua competenza relativi all'ufficio viveri, era continuamente sotto gli sguardi dei suoi subordinati.
Bubna, qualora il Cancelliere acconsentisse, chiedeva quindi che venisse data l'autorizzazione al Manzi di trasferirsi negli Stati di S. M. potendo così venire a Milano senza dare nell'occhio a nessuno.
Questa proposta del generale Bubna come appare dal dispaccio del Cancelliere a lui del 27 gennaio veniva accolta dall'Imperatore. Il Manzi riceveva cosi l'invito di portarsi a Milano, non avendo creduto acconsentire date le circostanze ad altro viaggio nelle provincie meridionali d'Italia. Egli esprimeva pure la fiducia che il Bubna potesse trarre dal Manzi buon partito:
è un nomo - soggiungeva che ha molti mezzi: non può però nascondersi che egli a la rivoluzione o per lo meno i suoi principi ma con una forma monarchica, perchè egli ha troppo criterio per ammettere che un governo repubblicano possa convenire ali*Italia; egli non ama la nobiltà ed ancor meno il clero e mal sopporta l'idea che si abbia potuto dare al Papa un potere temporale, càd che lo determina a non essere sempre imparziale nei confronti di quel governo.
1) Si tratta probabilmente degli atti di brigantaggio onnipotente e dei continui torbidi e conflitti avvenuti nelle Calabrie, dopo il ritiro delle truppe austriache dal Regno (1817), sicché i pacifici abitanti dovevano sottostare ad un vero regime terro­ristico a cui doveva porre fine l'energico intervento del gen. Church. Negli Abbruzzi in quell'epoca invece non vi erano speciali condizioni di malcontento e l'accenno in questo rapporto sarà forse dovuto a qualche informazione di seconda mano ed errata.