Rassegna storica del Risorgimento
AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
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Pietro Pedrotti
Tale augusta presenza aveva destato, secondo il Manzi, scarso interesse per il fatto di non aver largito a Firenze ricompense, tenendole in serbo per il suo ritorno:
dò ha provocato uno -strano effetto di cui non si fa alcun caso, ed a torto perchè tutto concorre a crescere disistima e disaffezione, mentre alto e palese dovrebbe essere il ' bisogno contrario.
Il Manzi ritenendo che da tale viaggio del Sovrano in Italia non si trarrà tutto lo sperato vantaggio per migliorarne lo spirito, proseguiva:
Varie cose sono state dette, ma con scarso coraggio, giacché si teme di suggerire cose che non importino nulla o almeno quanto sarebbe giusto importassero. Al Sig. M.,1) al conte suo amico 2) bisogna render loro tutta la giustizia di cui sono degni, e certo se da essi dovesse dipendere ogni cosa il M. (Monarca ?) ritornerebbe nell'Italia del Nord, accompagnato e seguito dalla stima e dalle benedizioni di tutti i popoli del mezzogiorno.
Annunciava poi in questo stesso scritto di aver ultimato un quadro generale completo sul Governo della Toscana come si presentava al primo gennaio 1818, che teneva sempre a disposizione del generale Bubna. Aveva anche nel frattempo consegnato al conte Mercy, che le aveva gradite, altre brevi memorie: sull'esistenza o meno di un partito bonapartista in Italia; sulle sorde mene della corte di Pietroburgo in Italia; sulV interno del palazzo Pitti, riguardo al personale ; sulla circostanza che a Lucca nella Quaresima *19 si predicava pubblicamente contro gli acquisti di beni nazionali e dove il tribunale di prima istanza aveva recentemente giudicato in tal senso; sulle informazioni delle persone che S. M. doveva incontrare durante il suo viaggio; una memoria infine sulla ingiusta prevenzione nei riguardi del governo austriaco in Italia, concernente la credenza degli Italiani in genere, che casa d'Austria si proponesse di spegnere e ritardare la pubblica istruzione. Quindi il Manzi accennando a quanto era stato recentemente fatto a Pavia ed a Padova, insisteva sulla necessità di distruggere questa prevenzione ingiusta, approfittando dell'occasione del viaggio di S. M. in Italia; siccome poi il Mettermeli gli aveva ordinato di suggerirgli qualche idea relativa, aggiungeva una settima memoria circa la protezione e il favore alle lettere, che il Sovrano
3) Forse Valter ego del Cancelliere il conte Andrea Florimo Mercy; della famiglia francese dei Mercy d'Argontan; dopo aver seguito la carriera militare nell'armata degli emigrati, venne nel 1814, per desiderio del principe di Mettermeli, chiamato al Ministero degli Esteri con la carica di consigliere aulico, posto che egli coperse fino alla sua morte avvenuta nel 1840, sostituendo alloro in delicate questioni politiche e diplomatiche il suo capo che aveva in lui la più. cieca fiducia.
2) Si tratta probabilmente del conte Antonio Appony, poi ambasciatore a Londra e a Roma, che in quell'epoca era addetto alla Legazione di Firenze.