Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno <1942>   pagina <13>
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I rapporti di Tito Mansi col Governo austriaco, ecc. 13
avrebbe potato manifestare a Roma a Napoli ed al suo ritorno in To­scana, ben disponendo anche Milano, dove poi avrebbe dovuto recarsi. Ignorava l'esito di tali voti, sperava però che il conte Mercy, che aveva tntte queste memorie, le leggesse al suo arrivo a Milano certo che pure Bubna le avrebbe approvate.
IL Manzi riteneva che l'Imperatore, recandosi a Napoli ed a Roma,[) dovesse constatare che corrispondeva al vero il quadro che ebbe a far­gli di quei due Stati, tanto più che il disordine nelle finanze di Roma cresceva e del pari il malcontento del popolo, mentre invece aumentava la ricchezza di Napoli ed il contento generale per aver cambiato il meno possibile nelle cose e nelle persone del cessato Governo. Manzi si lodava della cortesia nei suoi confronti del conte di Mercy e dello stesso Mettermeli, col quale ebbe un lungo colloquio, promettendogli anche in quell'occasione che al suo ritorno a Vienna avrebbe di lui parlato all'Imperatore e possibilmente anche alni presentato, restandogli solo il dubbio se fosse più conveniente incontrarlo a Firenze od a Milano. Egli aveva tutta l'impressione che si avesse la seria intenzione di impie­garlo, trovando solo grandi ostacoli sul modo; egli però non se li spie­gava, perchè un suo eventuale collocamento non inquieterebbe nessuno, né in Toscana, nò nel Mezzogiorno, o altrove. Una sola condizione egli porrebbe, che cioè l'incarico straordinario che si volesse dargli fosse palese, onde l'impiego sembrasse una ricompensa naturale di averlo bene eseguito, in tal caso egli potrebbe ricevere con dignità una situa­zione ed il Governo austriaco dargliela nobilmente. Egli accetterebbe qualsiasi incarico, di carattere scientifico, legale, didattico e politico, fuorché di polizia. Rivolgeva quindi al Bubna ed al Guicciardi vive preghiere per appoggio, perchè lasciando passare tale occasione ogni speranza sarebbe perduta. Pregava il Guicciardi di evitare una eventuale nomina presso un Tribunale di prima istanza o d'Appello, per la vista molto cagionevole; ambirebbe il posto di Verona, che, offrendo considerazione e poca fatica, compirebbe tutti i suoi voti, tanto più che, essendovi una sezione criminale, egli potrebbe come un tempo alla Cassazione di Napoli esercitare quanto per un decennio pro­fessò all'Università di Pisa.2) In tal modo sarebbe a suo posto,, più utile al Governo, come pure meglio potrebbe giustificare la sua scelta e quella di Metternich, sempre nel caso lo si volesse impiegare nel ramo giudiziario. Pregava intanto Guicciardi e Bubna di farlo uscire dalla
J) L'Imperatore ai recò in Italia col Metternich nella primavera del 1819. 2) "0 Manzi fu per quasi un decennio professore di diritto penale a Pisa.