Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno <1942>   pagina <14>
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Pietro Pedrotti
crudele incertezza in cui si trovava, da aggiungersi alle tante infelicità della sua vita...
Il Cancelliere con suo dispaccio 8 giugno, dava atto al Bulma ed al Guicciardi delle comunicazioni trasmessegli circa il Manzi. Ricor­dava di essersi effettivamente incontrato con lui a Firenze, rimanendo soddisfatto del lavoro che in quella occasione gli aveva presentato e di avergli anche promesso di presentarlo all'Imperatore. Anzi col presente corriere gli trasmetteva l'ordine di ritornare a Milano per attendervi appunto S. M., trovando sotto ogni rapporto più conveniente che tale augusto incontro non avvenisse in Toscana.
I servigi soggiungeva resi da quell'uomo gli hanno acquistato titoli per essere collocato in maniera conveniente al servizio dell* Imperatore; il solo imbarazzo è di sapere in quale carriera egli possa essere impiegato il più utilmente è col minori inconvenienti, tenuto conto della parte da lui avuta in passato in Italia.
Su questo argomento si riprometteva di parlare con Bubna a Milano.
Il collocamento del Manzi stava molto a cuore anche al Bubna, come appare dal suo rapporto al Cancelliere del 10 agosto; egli ricordava in esso di averne fatto cenno anche all'Imperatore in un colloquio che egli ebbe con lui a Stra per una eventuale nomina del Manzi a Consi­gliere aulico presso la sezione della Suprema Corte di Giustizia per il Lombardo-Veneto, a Verona. In quell'occasione il Sovrano comunicava al Bubna di aver firmato la decisione di premiare i servigi del Manzi con una sua sistemazione permanente, ricordandogli anzi che presso il Senato di Giustizia del Lombardo-Veneto veniva in passato conformandosi ad un principio di governo addetto sempre un toscano, facendo anzi il nome di alcuni che avevano coperto quel posto con distinzione. Il Sovrano in quell'occasione ordinò anzi al Bubna di far presente al Met­termeli, che egli autorizzava il collocamento del Manzi quale Consigliere aulico presso la sezione della Suprema Corte di Verona, pregandolo di ricordargli espressamente la circostanza che all'epoca del Governo del­l'Imperatore Leopoldo, granduea di Toscana, Manzi fu per nove anni professore di diritto a Pisa. In un successivo rapporto al Cancelliere del 1 settembre, il Bubna accennava allo scioglimento della Commissione centrale di sorveglianza sotto la forma attuale, ed al desiderio dei Sovrano che essa sussistesse per l'estero con una conveniente latitudine.
Io ho continuava circa In suddivisione delle mansioni da fare le seguenti proposte: premesso che il Manzi sta già al suo posto a Verona, non gli potrà certo sfuggire il controllo della pubblica opinione della regione veneta, sotto il Po, mantenendo del pari le sue relazioni oltre gli Appennini, dove eventualmente potrebbe talora accorrere.