Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno <1942>   pagina <16>
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16 Pietro Pedrotli
Bulina stesso poteva apprendere dalla lettera per lui, che egli univa aperta, perchè volesse prendere visione del contenuto prima di farla avere al destinatario. *) Lo informava in essa della risoluzione dell'Impe­ratore per quanto lo concerneva e nello stesso tempo delle decisioni prese nei riguardi di Mulazzani2) e Bossi.3) Il Cancelliere desiderava che il generale, consegnando al Guicciardi la sua lettera, gli annun­ciasse pure ufficialmente la soppressione della Commissione di sorve­glianza; egli però doveva ignorare che il Buona fosse autorizzato a perso­nalmente continuare tale sorveglianza; credeva del pari si dovesse farne un segreto per qualche tempo ancora per lo stesso Manzi, nella tema che, dati i suoi stretti rapporti col Guicciardi, potesse commettere nel suo confronto qualche indiscrezione.
Quando sarà una volta collocato in modo onorevole e lucroso soggiungeva poi il Cancelliere colla cinica spregiudicatezza con la quale giudicava ed impiegava gli uomini il timore di compromettere la sua esistenza ci offrirà una garanzia di più della sua discrezione e della sua fedeltà...
Supponeva che il Manzi, su invito del Bubna, avesse lasciato Firenze per Milano. In altro dispaccio di pari data, sempre al Bubna, il Cancel­liere si diffondeva nelle istruzioni da dare al Manzi per la consegna della nota lettera di Napoleone; nella replica a questi due dispacci del 18 aprile, il generale avvertiva che il Manzi era ancora a Firenze, che aveva però scritto al Guicciardi di rispondere esaurientemente col prossimo corriere, ne erano frattanto passati ben tre senza nulla rice­vere. Il Bubna cercava spiegare tale ritardo col fatto che il Manzi dovesse completare apposite ricerche per una memoria sull'Italia meridionale, dichiarandosi quindi spiacente per il momento di non poter fare e dire di più.
In quello stesso 19 aprile il Cancelliere comunicava allo stesso Bubna che il Sovrano aveva nominato il Manzi Consigliere di reggenza con uno stipendio di 3000 fiorini, riservandosi di impiegarlo in tale qualità nel modo più utile al bene del suo servizio. Essendo informato dal barone Daiser 4) che il Manzi era sempre inquieto per l'indecisione della sua sorte, e che sembrava anzi credere di essere abbando­nato dal Governo austriaco, autorizzava il generale a volerlo calmare,
ij Questo documento non lo abbiamo trovato nell'incarto qui esaminato.
2) Un Giovanni Mulazzani di Treviso fu alla Consulta di Lione come rappresentante della propria città e poi membro del Collegio elettorale dei possidenti per il Serio.
3) Qnesto Bossi deve aver appartenuto alla omonima famiglia nobile milanese; diversi ebbero cariche durante il perìodo napoleonico.
4) H barone Daiser era allora ministro d'Austria a Firenze, doveva poco dopo passare con eguale incarico presso la corte di Torino.