Rassegna storica del Risorgimento
AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno
<
1942
>
pagina
<
19
>
I rapporti dì Tito Mansi col Governo austriaco, ecc. 19
di aggiungere a mio favore quest'ultimo tratto, degnando mettere ai piedi di S. AL le espressioni dì una riconoscenza che il rispetto non mi consente di portare di perdona al trono.
Si profonde poi in frasi laudative all'indirizzo del Cancelliere, che conobbe a fondo le sue passate ristrettezze, quando il destino avverso tutto gli aveva levato persino la sua patria, dandogli così un valido aPP0{j>g* a e sinistre previsioni ed i tempi così poco favorevoli, per sudarle e chiarirle. Sperava che l'onorificio posto conferitogli dal Sovrano, non fosse un vano titolo per il servizio e che fra breve gli sarà consentito di manifestare in pubblico l'onorevole posizione ottenuta.
Nel dispaccio del 1 agosto da Vienna, il Cancelliere faceva presente al Bubna di essersi accordato col conte Stadion *) sul modo più conveniente di effettuare i versamenti dello stipendio al Manzi, in modo però che la sua nomina dovesse risultare palese solo quando le circostanze lo permetteranno.
Col dispaccio del 31 di quello stesso agosto, il Cancelliere comunicava al Bubna che il barone Daiser, ministro d'Austria a Firenze, si era stupito di rivedere il Manzi in quella città. Anzi costui, ignorando che tale viaggio era stato autorizzato dallo stesso Bubna forse per avvicinarlo all'Italia meridionale, aveva creduto di partecipare confidenzialmente al conte Mercy le sue considerazioni personali sull'attitudine, sul linguaggio e sull'imbarazzo del Manzi a non poter apertamente confessare i suoi rapporti con le autorità austriache, in un momento nel quale i suoi vecchi amici di Napoli sembravano volerlo trascinare a far ritorno in quel paese, facendogli balenare la speranza che egli potrebbe trovare colà un posto nell'amministrazione. Il Cancelliere univa la lettera del Daiser2), perchè il Bubna ne conoscesse il contenuto. 3> Meritava, secondo
*) Il conte Filippo Stadion Warthausen, era dal 1815 ministro delle finanze.
2) La lettera non era contenuta nell'incarto da noi esaminato, però dal cenno che ne fa il Cancelliere nel suo dispaccio al Bubna, deve essere stata quasi identica di quella scritta dal Daiser al Bubna del 22 agosto che si riassume nella nota che segue.
9) H Daiser osservava in essa che T. Manzi era ritornato fin dall'antecedente autunno e ne chiedeva al Bubna le ragioni. Riconosceva che per lui il momento era difficile, ricevendo continui inviti a figurare nel nuovo ordine di cose stabilito a Napoli: la posizione equivoca nella quale si trovava per il mistero che ancora copriva il suo collocamento, gli era insopportabile, compromettendolo assai. Desiderava poter apertamente dirsi funzionario austriaco, onde- porre un termine alle questioni poste da ogni parte ed alle quali aveva sempre risposto evasivamente, non volendo agire contro gli ordini della Corte e dar modo alla parte avversaria di sperare nella sua cooperazione. Daiser lo aveva consigliato di rispondere agli amici di Napoli di non scorgere in quella rivoluzione un moto nazionale, però il Manzi non credette di far ciò rispondendo sempre in modo da lasciar supporre i suoi rapporti coli*Austria. Daiser diceva di non saper conciliare questa impazienza colla premura che egli dimostrava di