Rassegna storica del Risorgimento
AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
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1942
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Pietro Pedrotti
Metternich, rilievo il silenzio serbato dal Manzi nei confronti del Daiser sugli avvenimenti di Napoli, dei quali era al corrente. Credeva poter spiegare tale silenzio con l'estrema timidezza del suo carattere che sarebbe anche giustificato, qualora egli si fosse messo in diretta corrispondenza col Bubna su tal argomento.
Quanto al genere di imbarazzo e di suscettibilità che egli prova per il fatto che la sua nomina non sia ancora stata resa pubblica, è strano proseguiva il Mettermeli come egli non comprenda che è proprio per riguardo suo che si differì tale pubblicità, la quale se avesse coinciso colla rimessa delle lettere di cui venne incaricato per S. M. l'Arciduchessa Maria Luisa avrebbe certo attirato su di lui il sospetto di averci avvertito della Commissione affidatagli e che la sua promozione fosse verosimilmente una ricompensa dell'avviso dato.
Dal momento del resto ebe il silenzio mantenuto a tale riguardo lo offendeva e che in ogni caso i servizi da lui resi meritavano ricompensa, Metternicb non vedeva alcun inconveniente ad accontentarlo, dicendosi anzi pronto a sottomettere all'Imperatore la proposta di far conoscere ai dipartimenti dell'interno la sua nomina a Consigliere di governo. Qualora il generale Bubna condividesse le sue idee in merito, lo pregherebbe a volergli indirizzare su questo argomento un rapporto ufficiale, coll'osservazione che era giunto il momento di poter pubblicare senza inconvenienti ed indugi la nomina del Manzi, proposta che egli farebbe tosto approvare dal Sovrano. Desiderava pure che il Bubna, in separato rapporto, volesse fargli conoscere la sua opinione personale sui punti seguenti, che caratterizzavano anche nelle questioni di dettaglio, la cura meticolosa del Governo assolutista austriaco: 1) quando la nomina di T. Manzi verrà pubblicata, nelle mani di chi dovrebbe egli prestare giuramento? 2) il suo trattamento dovrebbe venire assegnato sulla cassa di governo di Milano? In tal caso eli aveva il Bubna aria versato un acconto
incontrarsi con lui e col silenzio assoluto che manteneva su quanto doveva conoscere di Napoli, dove aveva ancora molte conoscenze. Daiser, dopo aver espresso la sua meraviglia per il ritorno di Manzi a Firenze, osservava che dati i rapporti e le carte la mano delle autorità austriache egli si era talmente gettato nelle braccia dell'Austria, da non dubitare della sincerità delle sue intenzioni, ma in un secolo in cui la mancanza dì fede e sfrontatezza passano per virtù, non si è quasi più sicuri di alcuno e si deve estendere la circospezione fin dove ripugna. Daiser, per concludere, credeva che, essendo sufficientemente note le relazioni di T. Manzi coll'Austria, cessava di essere utile come agente segreto: lo reputava uomo di talento, rotto agli affari e soprattutto utile per la conoscenza del carattere e dei bisogni degli italiani: molto utili reputava quindi i suoi consigli, anche se i suoi principi non si confacevano sempre con quelli di una monarchia cosi sperimentata come quella austriaca. Daiser ammetteva che il Manzi aveva reso servizi essenziali da meritargli la benevolenza della Corte e sembravagli fosse giunto il momento di collocarlo e di fargli rendere il giuramento, egli in tal modo potrà riprendere la sua autorità per ben servire.