Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno <1942>   pagina <24>
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Pietro Pedrotti
volerlo attribuire al suo animo amareggiato e quindi giudicarlo con indulgenza.
Osservava poi che il Guicciardi aveva proposto al Manzi un viaggio nelle Marcile, egli invece a Napoli, ebbero però un rifiuto. Il generale credeva che il Manzi, il quale da principio si era adoperato per essere chiamato dagli aderenti del suo vecchio partito, ora non osasse più di farsi vedere sul luogo ove ebbe così gran parte, non potendo colà rima­nere neutrale; effettivamente non oserebbe neppur più tentarlo, giacché, da quando il Bubna gli aveva fatto tale proposta, aveve ricevuto un Proclama in cui accennando al Manzi si ricordava un uomo che fece del male nel Regno, e in un commento si chiamava gran ladro. Il generale sperava di poter dare su ciò qualche ulteriore notizia Il Manzi avrebbe proposto rinvio, nelle province per un'inchiesta sullo spirito pubblico e sui mezzi di attacco e di difesa, di un uomo sul quale si sarebbe potuto sicuramente contare; accettando anzi tale proposta, comunicava di scrivere al conte Fiquelmont che volesse prendere le opportune disposizioni. Egli riteneva per ora utile cono­scere l'andamento della rivoluzione napoletana nei suoi aspetti gene­rali, nella fiducia che sarebbe venuto il momento in cui sarebbero necessari più esatti dettagli sulla stessa. Egli accennava pure in forma piuttosto involuta ad altra proposta del Manzi, con la quale si allu­deva alla divisione del Regno delle Due Sicilie, idea condivisa anche da altri, i quali avrebbero desiderato che l'Austria, cercasse di ottenere una delle due corone per il principe Leopoldo.
Il Manzi giustamente da noi apprezzato continuava il Bubna non sa spogliarsi delle vecchie abitudini. Le massime della scuola in cui venne allevato, spesso appaiono sullo sfondo, sviando il suo sano criterio. Le sue idee teoricofilantropiche appaiono in conflitto fra il suo dovere e quanto gli detta la gente. La linea di demarca­zione che il Manzi tira fra il fare troppo e troppo poco è rettamente tracciata: ora egli sembra propendere per il poco che a me preoccupato dell'interesse della Monarchia per l'avvenire sembra più dannoso del troppo.
Era del resto, secondo il Bubna, facilmente spiegabile la differenza di tali due punti di vista.
Il 18 settembre il Manzi inviava, sempre al generale, una lettera ed un memoriale sui preparativi e criteri circa un eventuale invio a Napoli, esponendogli i suoi prossimi piani: questi scrìtti il Bubna, assieme al suo periodico rapporto, spediva il 23 al Cancelliere. Il generale credeva che Mettermeli fosse disposto ad esaudire il muto desiderio del Manzi, il cui motivo gli era pure spiegato da una lettera del Fiquelmont, cioè di poter sempre provvedere al pagamento dello stipendio e di