Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno <1942>   pagina <27>
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I rapporti di Tito Manzi col Governo austriaco, ecc. 27
che il Bu bna avesse incaricato il Fiquelmont di fargli prestare giura­mento. Lo pregava di far sapere al Manzi, o direttamente o a mezzo del ministro austriaco a Firenze, che egli aveva ricevuto la sua lettera del 18 settembre, per la quale gli esprimeva i suoi ringraziamenti, ed inoltre di fargli conoscere come, mosso dal desiderio di metterlo in pace circa la sua posizione, stava per sottomettere al Sovrano uu rap­porto col quale gli consigliava di approvare la sua nomina, quando seppe appunto dal Bulma che il Manzi stesso desiderava che essa fosse ancora tenuta segreta. Apprezzando i motivi che ispiravano tale desi­derio, egli aveva trovato tanto meno difficoltà a conformarvisi nel suo mteresse e per riguardo alla sua situazione. Pregava il generale di rac­comandargli la massima tranquillità sulla sua sorte e di convincerlo che troverà sempre lui (Metternich) disposto a favorirlo.
Il Cancelliere pur non permettendosi di formulare giudizi circa i veri motivi che potevano aver influito su questa repentina determina­zione del Manzi, pochi giorni dopo essersi amaramente lamentato della posizione falsa e quasi disonorevole nella quale si trovava per l'incer­tezza dei suoi rapporti col Governo austriaco - confessava però di rite­nerli molto meno naturali, date le circostanze del momento, di quanto non fossero le sue lamentele al Bubna di pochi giorni prima. Da una parte i rischi dell'avvenire, che egli supponeva potessero forse essere sfavorevoli nei riguardi dell'Austria, dall'altra il timore sposando decisamente la causa austriaca in un momento di crisi di esporsi alla vendetta dei partiti ai quali appartenne un tempo, potrebbero ben averlo sospinto a sollecitare egli stesso come un favore, quanto pochi giorni prima riteneva una disgrazia.
Manzi inviava al Bubna il 17 ottobre altre memorie: sui nuovi avvenimenti di Napoli: - sulla capitolazione di Palermo ed il generale Pepe; sull'invio del generale Colletta: sulla non accettazione della capitolazione. In questi scritti il dissidio di uomo di parte era in con­trasto coi propositi di intervento armato dell'Austria, che quale Informatore avrebbero potuto essere attribuiti a lui. La grande agi­tazione 8 uà in quei giorni era ancora più palese nella sua lettera al Bubna di pochi giorni dopo, in cui apertamente gli dichiarava che le cattive notizie di Napoli, che minacciavano il suo onore e deludevano le sue speranze, lo turbavano tanto da non saper scrivere niente con certa ampiezza. Tale turbamento, oltre che dalla piega che stavano prendendo gli avvenimenti di Napoli, era determinato anche dai sospetti che si erano propagati a Firenze fra gli stessi suoi amici sui suoi contatti col Governo austriaco, la cui sempre più palese azione reazionaria era