Rassegna storica del Risorgimento
AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno
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1942
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pagina
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31
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I rapporti di Tito Mangi col Governo austriaco, ecc. 31
io meriti alcuno di tali orribili rimproveri ! Se vi specificassi tutto quanto qui succede giornalmente, sareste certo stupito, io stesso non posso rinvenire dalla mia sorpresa vedendo le persone una volta le più attaccate ali*Austria, le più nemiche una volta del nome francese, gettarsi su di me in modo indegno per il solo sospetto, che servo i suoi interessi in Italia. Coloro che non avendo mai condiviso i miei principi politici, ina rispettavano almeno la mia condotta morale, mi tolsero il saluto. Potete figurarvi in quale stato io mi trovi, considerandomi come perduto all'onore ed alla opinione di tutti i miei concittadini. Non attribuite, generale, quanto qui espongo a parto della mia ardente fantasia: no, tutto quanto scrivo, è disgraziatamente vero e sono in questo momento il più infelice degli uomini. Ora si diffonde la notizia della mia pretesa apostasia colla stessa maraviglia con la quale si scriveva e si comunicava qualche mese fa sulla sommossa di Napoli. Lessi al conte di Fiquelmont ed al signor Daiser qualcuna delle lettere pervenutemi, sarebbe una indiscrezione imperdonabile inviarvele; permettetemi solo l'invio di quella di M. Ricciardi,1) ministro della giustizia di Napoli. Le poche parole che tale lettera contiene circa le voci che corrono sul mio conto, fanno fremere, e guardate che egli è uomo saggio, di carattere, generalmente stimato e molto freddo, ben lungi dall'essere stato e dall'essere un settario. Egli mi esprime solo la metà di quanto pensa e la centesima parte di quanto ha udito. Tale lettera è la risposta ad altra rimessagli dalla persona di mia conoscenza, la quale fra parentesi mi annuncia di essere presto di ritorno. Quale rimedio mio generale a così grande sciagura ? So bene che la coscienza consola ed il tempo giustifica, ma tali consolazioni suggerite unicamente dalla disperazione di non poterne avere altre, non sono lo confesso francamente - sufficienti per me in questi momenti terribili. Degnate ascoltarmi con pietà. Se la guerra non scoppiasse o almeno non subito, non sarebbe bene pubblicare subito la mia nomina facendo valere l'articolo qui unito ? 2) H primo partito avrebbe il vantaggio di far cessare tutti i falsi ed infami rumori sul mio conto, fl secondo di mostrare che la mia nomina si deve a tutt'altra causa che a quella ritenuta dalla malignità umana. Abbiate ancora la bontà di rimarcare, come piccolo corollario alla utilità del servizio, che la vastità della mia diffamazione non è in fondo che la misura della disapprovazione con cui è veduta la guerra che l'Austria minaccia all'Italia o piuttosto alla costituzione di Napoli, e dico la costituzione, giacché l'opinione generale di tutti gli italiani è che S. M. in persona sia più contrario ad ogni specie di principi liberali, che non ai mezzi messi in opera per farli trionfare sui governi già costituiti. Ora l'articolo dovrà essere redatto in modo da far ricredere da tale errore almeno la gente sensata e gli indifferenti, che nella supposizione contraria sarebbero tutti contro l'Austria. L'occasione di fare tale professione di principi è troppo naturale..*
Il Bubna inviava al Cancelliere il 4 novembre questa lettera giuntagli coll'ultimo corriere fiorentino, assieme ad uno scritto anonimo di
1) n conte Francesco Ricciardi reggeva il dicastero della giustizia nel ministero costituzionale napoletano, presieduto dal duca di Campochiaro che aveva retto quelli degli esteri e degli interni, assunto poi quest'ultimo dal conte Zurlo: la lettera del Ricciardi non era unita a questa lettera.
2) È probabilmente una piccola modificazione, che il Manzi avrebbe voluto per precauzione far inserire nel BHO decreto di nomina, a giustificazione o per lo meno a spiegazione della sua assunzione ai servizi dell'Austria, articolo che però non abbiamo trovato fra le carte esaminate.