Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno <1942>   pagina <32>
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Pietro Pedrotti
Milano, *) pervenutogli pure quel momento. La lettera, a suo avviso, era la fedele espressione dello stato di angoscia in coi si trovava il Manzi: riteneva urgente porre fine alle sue pene e sperava che il Cancelliere fosse ben disposto a sollecitare presso il Sovrano la sua nomina a Con­sigliere di governo facendola anche conoscere. L'inserzione dell'articolo dal Manzi suggerita nel decreto di nomina, era un pio desiderio, in ogni modo il generale riteneva opportuno che il Cancelliere trovasse il modo, forse a mezzo di un articolo di giornale, di mantenere il Manzi quanto più possibile in credito agli occhi del suo partito, essendo manifesta­mente utile potere approfittare per l'avvenire di tale occasione, onde chiarire l'idea del presunto odio dichiarato del Governo di Vienna, attri­buitogli dai suoi nemici in Italia, per tutti quanti avevano sentimenti liberali. Ciò potrebbe avvenire tanto più facilmente, che in pratica non esisteva Governo più liberale di quello di S. M. Per quanto concer­neva la pubblicità dell'impiego del Manzi, il generale aveva tanto meno ragione di credere che esso provenisse da Milano, giacché il conte di Fiquelmont già da qualche tempo aveva scritto essergli stato riferito che il fratello del Manzi a Pisa parlava del collocamento del fratello Tito al servizio di S. M. 2) Costui in data 21 novembre ringraziava il Buona della sua benevolenza circa la sua nomina a Consigliere.
Xn una lettera del Bubna al Cancelliere di data incerta, ma che dovrebbe essere della fine di novembre o dei primi di dicembre, alla quale univa uno scritto del Manzi,3) osservava che il quadro che quel toscano faceva in esso dei sentimenti degli Italiani, conforme al vero per quanto si riferiva alla parte meridionale, non lo era invece per i Lombardi, a suo avviso più temperati. Speciale attenzione invece meriterebbe l'arresto di persone al di là delle Alpi, che si attribuivano all'Austria. Al corrente delle gherminelle dei mini­steri dei piccoli governi, tale progetto gli sembrava tanto più credibile, non essendo il primo tentativo di rendere odiosi gli austriaci. Era di
1) Questo scritto non era contenuto nell'incarto da noi esaminato.
2) Di queste indiscrezioni del fratello Vincenzo fa cenno anche il Cortese, op. cit,t p. 599, ma attribuendole all'epoca del congresso di Verona che come è noto si tenne nel 1822 epoca in cui, come si vedrà, il Manzi aveva quasi cessato di essere un ascoltato informatore, della Cancelleria viennese. Il Cortese prese tale informazione dal ms. 738 conservato neirArchivio di Stato di Firenze, dal titolo Pars tenia Politica* aruicarbonariae. In questa specie di diario anticarbonaro del 1822, il suo autore certo Torelli, spia toscana noto amico del principe di Canosa, ha alcuni apprezza­menti molto velenosi, sul conto del Manzi.
*) È forse la lettera che riportiamo più sotto del 14 novembre.