Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
anno <1942>   pagina <34>
immagine non disponibile

34
Pietro Pedrotti
dei vostri amici; pensate a loro, qui fa piti caldo che voi non credete. Poerio (?) ha perduto tutta la sua influenza, unicamente per la cagione di essere vostro amico. In questo stato di cose voi vedete, generale, che bisogna ben osare della maggiore prudenza e che mi dimentichi completamente, per non pensare che ai miei amici di Napoli: ed è neces­sario di negare altamente e seppellire sotto il più gran segreto possibile i miei attuali rapporti, sono dunque ai vostri piedi, precisamente ai vostri piedi, per scongiurarvi di fare il possibile perchè tale nomina sia aggiornata a tempo indeterminato. Voi non avete neppur un'idea dello stato di Napoli nei miei confronti: l'amore pubblico di cui godevo un tempo si è cambiato in furore contro di me, come se avessi avuto dei doveri verso quél popolo, e che li avessi traditi; al primo annuncio di guerra io penso perduta una piccola fortuna, che i miei risparmi mi avevano concesso di lasciare colà: molto piccola in vero, ma pertanto una. Ma l'idea che serra la mia anima è la sorte dei miei amici compromessi. Maledetta, abbominevole rivoluzione... Vi supplico generale, perchè la mia nomina sia indefinitamente aggiornata, se la vita dei miei amici di Napoli e la mia vi è cara...
Bulina inviava questa lettera al Cancelliere con alcune parole di viva raccomandazione, osservando che mentre appunto stava per raccomandargli ancora una sollecita pubblicazione della nomina del Manzi, era costretto, dopo la lettura di questo appello disperato del maggior interessato e dato il suo stato d'animo, a volerla ritardare ancora.
Col dispaccio 23 novembre da Troppavia Metternich ringraziava il generale dei tre ultimi rapporti del 31 ottobre e 4 e 5 novembre, giuntigli coll'ultimo corriere di Vienna.
...circa il Manzi scriveva il Cancelliere credo necessario mettere a profitto la sua nuova funzione, per costringerlo a prendere colore. La sua agitazione dopo la rivoluzione di Napoli è visibile e voi sapete che fin dal primo momento mi ha colpito. Ora ha desiderato vedere resa pubblica la sua nomina, ora la ha temuta ed ha egli stesso sollecitato la sospensione di tale pubblicazione. Oggi chiede con insistenza che si faccia cessare lo stato penoso al quale lo espongono i suoi non confessati rapporti con l'Austria nei riguardi del suo partito. Questa esitazione sarebbe fatta per compro­metterlo verso chiunque altro che me. Gli faccio scrivere in ogni modo direttamente di significare chiaramente cosa vuole e quando sarà d'accordo con se stesso, di indiriz­zare a voi francamente una sua domanda precisa, che io possa sottomettere all'Impe­ratore. Se egli persiste a desiderare che la sua nomina sia pubblicata, se egli manifesta in buona fede la volontà di consacrare i suoi servizi all'Austria, in riconoscenza di quanto il nostro governo fece fin qui per lui, che ve lo esprima categoricamente in una lettera unicamente destinata a trattare questo oggetto, che rinunci una benedetta volta a tale sistema d'esitazione che non può che nuocergli. Se egli prende tale partito, voi signor conte vorrete, appena ricevuta questa lettera e nel caso ne approviate il contenuto e la redazione, inviarla accompagnandola con un particolare rapporto nel quale voi svilupperete i motivi che crederete poter allegare in appoggio della domanda stessa. Io sottometterò allora tutto all'Imperatore: ma prima di permettermi questo passo, voglio almeno assicurarmi che l'esitazione del Manzi non mi metterà nel coso dì doverlo rimpiangere.