Rassegna storica del Risorgimento
AUSTRIA ; BUBNA FERDINAND ANTONIN ; MANZI TITO ; METTERNICH - W
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1942
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37
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I rapporti di Tito Mansi col Governo austriaco, ecc. 37
- sul recente scrìtto del principe di Canosa; - sul duca del Gallo e sulla sua prima condotta contro di lui (Manzi) a Napoli; sul ritardo (in parte da lui stesso desiderato) della sua nomina a Verona; sulla fiducia in fine, vuota e ridicola, dei Napoletani sulla loro forza e sugli attesi aiuti di fuori. Nella seconda, importante per illustrare lo stato d'animo del Manzi, sono contenuti i soliti moniti liberaleschi in strano contrasto col coutegno sempre più autoritario ed inquisitorio dell'Austria in Italia: essa merita di essere riprodotta integralmente.
Mio generale l Ricevetti la vostra benevola del 10 corrente: conteneva le due lettere dì cambio che rimetto subito al signor Daiser, al quale saranno consegnate le due ricevute separatamente. Vogliate, mio generale, accettare e gradire i ringraziamenti che vi sono dovuti per tutte le noie di cui vi sono la causa in mezzo ai grandi affari che dovranno assillarvi in questo momento. Se io avessi ancora il coraggio di rivolgervi una nuova preghiera, sarebbe di mettermi in grado di incassare i miei stipendi di Consigliere di trimestre in trimestre invece che di semestre in semestre, come si aveva combinato a Milano. Io rinnovo a vostra bontà la preghiera di trasmettermi copia del rapporto du masque. *) Tengo ad averlo sotto gli occhi, quando gli avvenimenti che sembrano imminenti, faranno buona o cattiva testimonianza contro di lui. Io sono un pò* in pena che una corsa che costò molto denaro, non sia rimasta utile senza alcun rapporto al servizio. V. E. crede che le masque abbia preso la parte per il tutto; al contrario io credo che sempre si fu in tale errore a Vienna, ma nel senso contrario. Questo avviso non è per tanto applicabile che alle province, cioè al grosso della nazione. Per la capitale bisogna tenere un altro linguaggio ed avere idee di giorno in giorno differenti.
Da Napoli non ricevo più alcuna notizia direttamente. Da quando il governo sul rapporto del signor Campochiari2) mi ha dichiarato impestato, i miei amici più intimi si guardano bene di avere la più piccola comunicazione con me. Così, d'ora in poi, sarò nel caso di chiedervi nuove del Regno invece di potervene dare.
Un incidente molto spiacevole, a mio parere almeno, succede qui. Ecco il fatto: un certo signor Bologna, facendo le funzioni da cinque anni di segretario generale di polizia era l'anima dannata del signor Puccini, presidente del Buon Governo; privo di ogni morale, con dei mezzi però, aveva servito anche in passato. Esagerato nel partito che aveva lasciato, non lo era meno in quello che aveva di nuovo abbracciato, li aveva cosi malserviti entrambi. Tutto ad un tratto quest'uomo venne traslocato dalla capitale alla, provincia, da un impiego della più grande fiducia, ad un altro che non ne richiede alcuna. Come ? Perchè ? Ecco il rumore levatosi in seguito a tale piccolo avvenimento, molto grande per Firenze. Il signor Bologna serviva due padroni ad un tempo: l'Imperatore e S. A. imperiale, era la spia del ministro Fiquelmont: gli aveva passata la nota dei liberali detta Toscana, di cui il ministro stesso aveva
1) Non si comprende bene da questa lettera se il confidente qui indicato come masque, sia lo stesso inviato dal Manzi a Napoli: c'è du dubitarne, giacché in questo caso non avrebbe scritto direttamente al Bubna invece che al Manzi come appare dai contenuto di questa stessa lettera,
2) Era il duca di Campochiaro, capo col conte Zurlo del nuovo Governo napoletano.