Rassegna storica del Risorgimento

SARDEGNA (REGNO DI)
anno <1942>   pagina <53>
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La vertenza franco-sarda per Tunisi (1843-1844) SS
segretamente comunicava al suo rappresentante in Londra che il So­vrano non avrebbe concesso piena libertà di agire al suo Governo, senza prima aver conosciuto il pensiero delle sfere politiche anglesassoni. Il Pollone non trovò l'Aberdeen, come aveva sperato: egli era assente da Londra per un periodo di riposo, richiesto dalle gravi e delicate mansioni del suo ufficio. Ebbe invece la ventura di conferire con il Canning, che del ministro degli esteri occupava temporaneamente il posto. Questi, con la solita politica degli statisti inglesi, pur essendo fatto consapevole tanto dal Reade, quanto dal Cowely di quel che era accaduto in Tunisi, e dell'aggravarsi dei rapporti fra la Sardegna e la Reggenza, non essendo stato autorizzato dal suo superiore ad occuparsi della questione, tenne verso il rappresentante di S. M. Sarda un con­tegno riservatissimo. Non potendo negare di essere proprio all'oscuro dei fatti, rispose che essi gli erano pervenuti, in vaga maniera, si da non potere dare alcuna, anche approssimativa, indicazione sul modo con cui il suo paese si sarebbe comportato nella questione sardo-tunisina: assi­curò però il Pollone che ne avrebbe subito fatto partecipe l'Aberdeen, che doveva tornare in Londra in breve corso di tempo, e ne avrebbe ottenuto un colloquio per il ministro di S. M. Sabauda. Il quale volle che il Canning fosse edotto dello stato della vertenza e dell'atteggia­mento, che il suo Governo intendeva assumere verso la Gran Bretagna. Questa, essendo stata sempre accanto al Piemonte in tutte le sue rela­zioni con gli Stati Barbareschi, non avrebbe potuto non trovarsi al suo fianco nella presente contesa con il Bey di Tunisi, e su di essa confidava il Regno Sardo, per ottenere quanto la sua dignità richiedeva. Il Pollone dichiarò al Canning che pacifiche erano le intenzioni del suo Governo; ma, se la protervia di Ahmed bey avesse condotto le cose a un punto tale per cui la soluzione pacifica fosse risultata impossibile, si sarebbe ricorsi alla forza persuasiva delle armi: speravasi che il Regno Unito non si sarebbe opposto alla applicazione di questa estrema misura. Raccomandavasi il Pollone che, al più presto possibile, lord Aberdeen avesse potuto con lui conferire, perchè, quanto più rapidamente si fosse a Tunisi conosciuto il procedimento che il Governo inglese intendeva seguire, tanto più facilmente si sarebbero evitati conflitti diplomatici e militari. Non era infatti fuor di luogo supporre che il Reggente avesse cercato di ingarbugliare la già intrigata matassa, trascinando nella questione la Francia, ed erano agevolmente comprensibili quali conse­guenze sarebbero potute derivare da una siffata eventualità. II Canning, nella sua stessa riserva, fece comprendere al Pollone, che l'Inghil­terra non avrebbe mai impedito che S. M. Sabauda ottenesse piena