Rassegna storica del Risorgimento

ORTALLI ERMENEGILDO ; SISMONDI, JEAN CHARLES L?ONARD SIMONDE DE
anno <1942>   pagina <244>
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2'* Giuseppe Calamari
passaporto, poiché l'ambasciatore francese, in seguilo alla spedizione della Savoia, non aveva avuto l'arbitrio di rilasciarlo a nessun italiano, qualunque fossero le sue particolari circostanze, le condizioni e la condotta (lett. 3).
Di qui lo sdegno del Sismondi, di cui ci testimonia 1* Ugoni, contro quel re ille­gittimo, che manteneva la corona non per diritto divino ma per quello dei cannoni, nel quale, tuttavia, il Ginevrino, aveva riposta qualche speranza, mentre presso alcuni membri prò. influenti di quel Governo, tra cui il duca di BrogUe, era stato pregato di interporsi da parte degli esuli amici per incitarli a favorire la causa italiana.J)
Effettivamente, come ci informa il Mayer, il Sismondi non era tanto amico del Governo francese quanto si sarebbe supposto per la sua privata amicizia con Broglie e Guizot,2) sebbene il Mazzini in seguito alla rottura di ogni rapporto, dopo la infelice spedizione della Savoia, con lo storico, cui il fine di quella impresa era parso un sogno, e non punto legali i mezzi per conseguirlo, lo avesse definito l' apostolo del giusto mezzo, il rappresentante di quel partito che trascinava l'avvenire italiano ai piedi di tutte le corti, e, quindi, in una lettera alla madre, come il democratico convertito, ed amico di Guizot, Cousin, Rossi (Pellegrino) e consorti.3)
L Ortalli, disperando ormai di ottenere il passaporto per la Francia, si rivolse nuovamente al Sismondi per potere almeno restare indisturbato a Berna, essendo venuto a conoscenza che sarebbero stati presi dei provvedimenti da parte di quel Governo, d'intesa con quello francese, contro gli emigrati che avessero fatto parte della spedizione della Savoia, provvedimenti che sarebbero stati certamente estesi anche contro gli altri, che, come lui, erano rimasti estranei a quella infelice impresa (lett. 4).
Per questo sono manifesti nelle sue lettere i segni della riconoscenza vèrso quel cuore italiano, cui gli Italiani volevano in qualche modo dimostrare la loro vivissima devozione, e dare un attestato di stima e di gratitudine (lett. 6) all'Uomo che si era reso 'tanto benemerito della Patria loro (lett. 7).
Pertanto, l'Ortalli, per interessamento del Sismondi, era potuto rimanere indi­sturbato a Berna, alternando quel soggiorno con qualche gita a Zurigo, a Richtersch-weil e in altri luoghi della Confederazione, per visitarvi gli amici emigrati, tra cui sopra tutto, Filippo Ugoni, tanto intimo del Ginevrino.
Brano allora usciti nella Revue mensuelle d'economie poli ti qua, oltre agli articoli: De la richesse territoriale, Du suffrago universel, Du sort des ouvriers dans les mani/oc tures, il noto opuscolo Conseils d'un ami aux patriotes réfugiés, e l'Ortalli, come tutti gli altri amici rifugiati, tra cui V Ugoni, cui lo scritto era stato inviato insieme con gli altri articoli dal Sismondi, pur disapprovando pienamente quella infelice spedi zione per tutte le dolorose conseguenze, pensò bene di fare molte riserve, osservando, prima di tutto, allo storico che aveva consigliato di unirsi liberamente al primo di quei principi che fosse entrato nelle vie costituzionali, che se egli aveva scritto tale opuscolo nella supposizione che il Re di Napoli inclinasse a fare delle concessioni ai suoi popoli , e se da ciò egli aveva colto l'occasione per dare agli Italiani più in par-ticolare alcuni consigli in proposito, i principi italiani non avrebbero fatto nulla per la emancipazione politica della Nazione. Infatti non ancora si scorgeva l'uomo grande,
*) CALAMARI G., op. ctl., p, 639.
2) LINAKEU A., La vita e i tempi di Enrico Mayer. Firenze, Barbera, 1898, voi. I, p. 354.
> MAZZINI, Èdiz. 2Vos., voi. XVII (Poi. VII), p. 221, voi. X, p. 66.