Rassegna storica del Risorgimento
ORTALLI ERMENEGILDO ; SISMONDI, JEAN CHARLES L?ONARD SIMONDE DE
anno
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1942
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248
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248 Giuseppe Calamari
IV.
Berna, 22 Maggio (1834). Pregiata Signor Sismondi.
Dall'amico tigoni seppi pochi giorni sono che Ella aveva avuto la bontà di chiedergli conto di me, alla quale gentile richiesta egli non rispose, così mi diceva, per lasciarne il piacere a me. Avesse volnto una migliore fortuna eh' io potessi adempiere questo mio gradito dovere presso di Lei* in personal ma le troppo contrarie circostanze me lo hanno finora impedito, né so ancora se mi sarà dato di appagare questo mio desiderio. Alla domanda fatta dal Sig* Rosvigny, per intercessione di Lei, d'un passaporto non fu mai risposto dal ministero francese; ond'io sono sempre rimasto qui frali e spine dell'incertezza, piuttosto, credo, inosservato dalla polizia, che tollerato od accolto. Forse questa non curanza è attribuii]e. all'avere io sempre dimorato in un pubblico albergo, ove si è dispensati dal chiedere un permesso di soggiorno. Ma se dovrò lasciare, come temo, per la troppa affluenza di forestieri in questa stagione, l'albergo, ove ora mi trovo, non so quali ostacoli possa incontrare. Ho rinnovate le mie domande al Sig* Rosvigny, che ora trovasi a Parigi: ma la molteplicità delle sue occupazioni, e il* sistema di rigore adottato mi lasciano poco da sperare. Almeno potessi restare a Berna tranquillamente per qualche tempo! Ma fra pochi giorni vanno ad eseguirsi le severe misure, intorno alle quali si sono accordati il Vorort e il Gov. Francese, contro gli emigrati che hanno fatto parte della spedizione di Savoia: e forse saranno estese anche agli altri che non hanno passaporti in regola, il che vuol dire contro a tutti quelli che non hanno un passaporto sotto nome supposto. Non è ella una vera ridicolaggine pretendere passaporti in regola da chi non pud averne, perchè non ai vuol loro concederne? Il Ticino a cagion d'esempio caccia via gli emigrati, premunendoli di un passaporto buono per la Svizzera, e gli altri cantoni intimano ai raminghi di ritornare donde son venati. Ad altri si intima di andare in Francia, e questa li respinge dalle sue frontiere. Onde più facilmente causare le vessazioni cui potrei essere esposto, ed ottenere una tranquilla dimora in questa Città, sarei io troppo temerario se le chiedessi qualche raccomandazione per alcuna degna ed autorevole persona di qui, che all'uopo mi sovvenisse dell'opera e de' consigli ? Dopo tante gentilezze da Lei ricevute, e dopo tanti disturbi che le ho arrecati, mi sarebbe parata indiscreta questa nuova domanda, che io oso di farle, se non avessi saputo per prova quanto in Lei sia di connaturale bontà e di facile cortesia. Oltredicchè è destino de' buoni, trovar sempre chi abusi, com'io fo, della loro condiscendenza, alla quale mi raccomando.
La prego dì dire mille cose gentili a Madama Sismondi da parte mia, ed aggradire le proteste della mia rispettosa affezione per Lei.
Devot ed obbligat*00 Servo
M. Siamomi De Sismondi. Ermenegildo OrtalU.
Genève ponr Ghénc.
V.
Berna, 11 Agosto (1834). Pregiat0* Signor Sismondt,
Prima di partire per Zurigo, ove andai a passare tutto quel tempo che dorò il tiro federale, io adempii al mio dovere verso di Lei, ringraziandola, di quanto ella aveva avuto la bontà di fare per me. con una lettera, che le diressi a Schiutznach;
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