Rassegna storica del Risorgimento

ORTALLI ERMENEGILDO ; SISMONDI, JEAN CHARLES L?ONARD SIMONDE DE
anno <1942>   pagina <251>
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Lettere di Ermenegildo Or talli al Sismondi 251
della sua compiacenza, dalla gitale si ripromettono un'occasione di ritrarre onore e profitto, e quel che è più la gratitudine de* buoni Italiani desiderosi di conoscere, per cosi dire, più. da vicino l'Uomo che si è reso tanto benemerito della Patria loro.
Noi tuta dobbiamo esserle molto riconoscenti per l'amore che ci ha sempre mostrato, e che mia ci mostra anche con questo suo ultimo opuscolo che tengo sot-t occhi. Ma perchè appunto gli uomini di cuor retto non ponno supporre in Lei che intenzioni rettissime dettate da pura benevolenza, non mi sarebbe egli permesso di farle alcune osservazioni? Io simpatizzo con de' principi ed amo e stimo alcuni uomini; ma non ho spirito ne impegni di setta, e quindi il mio giudizio è scevro da amore di parte. Ma anziché il mio giudizio troppo fiacco per misurarsi colla potenza dell' ingegno suo, le esprimerò candidamente l'impressione ricevuta dalle cose che vi ho lette. Non voglio entrare né in discussioni di politica generale, ch'io non sono da tanto; e sono ben lungi dall intendere ch'ella perda il prezioso suo tempo a rispondere a dei miserabili ragionamenti.
Mi è parso dalle ultime pagine, ch'Ella abbia scritto quest'opuscolo nella sup­posizione che il Re di Napoli inclinasse a fare delle concessioni ai suoi popoli, e che ella abbia colta questa occasione per dare agi' Italiani più in particolare alcuni consigli in proposito. Io penso che i Principi Italiani non faranno mai nulla per la emanci­pazione politica della Nazione: che quindi cospirare per essi e con essi è cospirare contro di essi, e però averli nemici al momento che più vi sarebbe uopo d'unione e di forza; che però se mai sorgesse l'uomo grande, di generosa ambizione che aspirasse al Dominio d'Italia (solo così secondo me in cui un principe italiano, possa trovare in se stesso tanta forza di volontà da rinunziare al potere assoluto) in tal caso gli Ita­liani anziché divagarsi, e scindersi in sette e partiti dovrebbero subire questa prepo­tente necessità, e sollevarsi seco a cacciare lo straniero d'Italia. Ma quest'uomo non l'abbiamo: il Re di Napoli ha levata la maschera, e ad ogni modo il Re di Napoli non è uomo da tanto. La quadruplice alleanza, frutto piuttosto d'un' impreveduta circo­stanza, com'Ella sa, che d'un premeditato ordinamento d'interessi internazionali, non potrà costringerlo a nulla. H ministero Wellington ne rende l'esecuzione equivoca, e in conseguenza l'importanza più dubbia. Tutto ciò entra nella sfera della politica oscillante giornaliera, da cui non si possono desumere i grandi risultati sperabili da più alte ragioni. Ora panni che i consigli da lei dati agli Italiani, nell'ipotesi sum­menzionata, abbiano un carattere di soverchio rigore, ove escano dalla medesima. Tutti i Governi assoluti si danno hi mano ella dice, ed é vero, tutti i sovrani congiurano contro i popoli che cospirano. Ma e nella congiura di Sovrani non metteremo noi fra' primi Luigi Filippo, il cui governo, s'appoggia pure in gran parte sur des juges, des espions et des soldats, come quelli de' suoi confratelli d'oltre Reno e d'Oltralpi ? Quale appoggio, possono aspettarsi in buona fede le altre nazioni da questo impudente, mentitore a sé stesso, alla Francia, all'Europa? E i popoli non potranno un po' confi­dare reciprocamente l'uno nell'altro? Una forte esplosione in qualunque siasi parte dell'occidente europeo avrà eco fra tutte le Nazioni, come la Rivoluzione di luglio. Ella stessa accorda ai patriotti il diritto di ricorrere alla forza: perchè sarebbe ella dunque un delitto al popolo di Napoli, di Genova, di Roma se un bel di insorgesse, e gettasse il guanto della guerra civile agli aristocratici, e della nazionale allo stra­niero ? Questa parola di guerra civile è dura a pronunziarsi, ma è inevitabile ne' grandi avvenimenti politici. EJlu mi risponderà sicuramente che il momento non è opportuno. Io non voglio discutere nulla, come le dissi: accordo che il momento possa essere inopportuno: ma e sarà egli per questo un delitto il tentativo di un simil fatto ? Ho