Rassegna storica del Risorgimento
ORTALLI ERMENEGILDO ; SISMONDI, JEAN CHARLES L?ONARD SIMONDE DE
anno
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1942
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pagina
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253
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Lettere di Ermenegildo Ortalli al Simondi 253
vm.
Bastia (Corsica), 14 agosto (1835). Pregiat0 Sigr Sisinondi.
Né senza sua meraviglia, né senza giusti rimproveri alla mia negligenza, Ella potrà vedere che io le scrivo da questo luogo. Ho ero si affrettato quando passai da Ginevra lo scorso mese, e mi fermai per si poche ore, che il tempo mancò al mio desiderio di compiere il mio dovere presso di Lei. Ne fui dolentissimo e mi proposi di supplire per lettera alla mia omissione, ma parecchie contrarietà me lo hanno impedito. Io mi era proposto di venire in Corsica onde liquidare de* conti sociali, e riordinare degli affari che ebbi in comune con un mio compatriota e grande amico, che trovai qui da due anni. Ci separava la distanza de1 luoghi, ma ci riunivano le inclinazioni dell'animo, l'idendità di principj, la comunanza degl'interessi, e la comune sventura. Appena giunto a Bastia, fai con tutti gli altri viaggiatori mandato a fare una dura quarantena di più settimane in Ajaccio. Quale fu poi il mio stupore appena giunto in questa, ove ora mi trovo, da quella Città, all'udire che il principale scopo del mio viaggio era quasi fallito ! Atteso che il Sigr Pasquale Berghini (tale è il nome del mio amico) aveva ricevuto l'ordine dal prefetto di recarsi in Ajaccio dond' io veniva. Molte persone si sono interessate per lui: ma non è stato possibile ottenere la revoca di quest'ordine incomprensibile. Le raccomandazioni più influenti sono state inutili. Il prefetto ha risposto che se vuole un passaporto per l'Italia gli sarà dato se no vada in Ajaccio. La prima offerta com'Ella vede è illusoria. Un passaporto per l'Italia ad un proscritto, equivale ad un mandato di arresto. Nessuno sa capire le ragioni di questa persecuzione. L'amico mio viveva qui ritirato dal mondo, alieno da ogni briga politica: egli non ha segreti per me, ed io posso asserire sull'onore che non sappiamo in coscienza congetturare la causa di essa. Si dubita che sia una mena de' consoli per farsi un merito e darsi dell' importanza. Questa contrarietà è tanto più vessatoria pel Sic' Berghini, in quanto che egli aspettava qui qualcuno della sua famiglia.
Dovendo io scrivere a Lei una lettera di civiltà, e per la riconoscenza che io le debbo di quanto ha fatto altre volte per me, e per la profonda stima che io le attesto, non avrei mai più pensato di doverla occupare di questi particolari. Egli è con animo trepidante, e veramente con rossore che mi vi sono determinato. Pure sapendo quanto sia sempre stata la sua bontà per gli infelici profughi, e come Ella non abbia mai omesso d'interessarsi a prò di loro ogni volta che l'occasione le si è presentata, mi sono lusingato di non passare al tutto per indiscreto invocando la sua efficace intercessione. So quanta bontà per leu o per meglio dire, quanto ben posta amicizia a lei professino due ministri francesi : che una sua parola a l'uri di essi sarebbe potentissima, e valevole a revocare gli ordini dati per questa ingiusta persecuzione. Sono io troppo ardito neU* invocarla ?
Le fo osservare che la data degli ordini dati è anteriore allo scoppio della macchina infernale, che quindi non ponno essere la conseguenza d'una precauzione dettata dalla paura, ma solamente d'un qualche falso rapporto. E dei rapporti falaissimi se ne fanno assai assai. Prove ne sia uno, fatto non ho guari da un ex-prete emigrato italiano, pessimo soggetto, a Mc Broglio, di cui per uno strano caso, abbiamo conosciuto tutto ] contenuto. In questo sono nominato io pure come uno dei membri componenti il Comitato della Giovine Italia: il che è falsissimo. Io non ho mai giurato a nessuna Società segreta: sono sempre stato solamente fedele ai miei principi! e li ho professati