Rassegna storica del Risorgimento
BEAUMONT (DI) GIULIA ; 1860 ; PALERMO ; MILLE (SPEDIZIONE DEI)
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1942
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pagina
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259
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Garibaldi a Palermo (nel diario di Giulia di Beaumont) 259
compreso il padre del prode Riso ferito all'ospedale, sono fucilati senza pietà; -) ima tale misura mosse il popolo a indignazione, ma pure non si parlava. Una tal nuova però fu dai crudeli portata al figlio di Riso che soffriva ed era agli estremi di sua vita. Quando egli prega che gli si faccia parlare con Maniscalco. Egli si porta da lui: Mi conoscete voi ? gli chiede il giovine. Si, rispose il direttore di polizia, voi siete Riso, quegli che audace ha violato i dritti delle leggi. E quegli, rispose che vi pugnalava avanti la Cattedrale. H direttore si fece smorto, ma P infelice più non esisteva. *)
Intanto i Palermitani stavano silenziosi e il Generale Salzano8) pubblicò un proclama per cui ringraziava la città di Palermo che così bene corrispondeva alle
che il Castelcicala avrebbe potuto impedire lo scempio delle 13 vittime e invece piegò ali* idea di dare un esempio convocando, d'accordo col Maniscalco e col Salzano, il Consiglio di guerra. Scrivendo poi a Napoli (Ministero e R. Segreteria di Stato presso il Luogotenente Generale Dipartimento di Polizia, filza 1238, fase. 69, in Archivio di Stato di Palermo) si scusava così: Questo atto di giustizia reclamato dalla necessità, non avrebbe avuto luogo ed io avrei secondato le clementi intenzioni del Re N. S. che rifugge la effusione del sangue, se, dopo i primi fatti, lo spirito pubblico non avesse imperversato .
1) Ecco i nomi delle 13 vittime: Sebastiano Caniarrone, Domenico Cucinotta, Pietro Vassallo, Michele Fanara, Andrea Cuffaro, Giovanni Riso, Giuseppe Teresi, Francesco Ven rimigli a, Michelangelo Barone, Liborio Vallone, Nicolò Di Lorenzo, Gaetano Calandra, Cono Cangeri. (Cfr. in proposito: P. MERENDA, J 13 fucilati, ecc., già citato).
2) Qui l'autrice non fa che cogliere una delle tante voci che corsero sui colloqui di Francesco Riso col Direttore della Polizia Maniscalco. La versione ufficiale però sarebbe interamente diversa. Effettivamente esiste un rapporto riservatìsauno della Polizia, in data 17 aprile, in cui si dice ebe il Riso per più*volte indarno interrogato sui fatti criminosi ai quali prese parte, fatto miglior senno, manifestava di voler parlare al Direttore di Polizia. A questo poi il Riso, fattosi a narrare i tentativi precedenti, accennò anche a quello di assassinare il Direttore di Polizia e ducati 600 ed un pugnale che si dice avvelenato, furon dati a un sicario che dice di non conoscere (ma pel quale usa reticenza forse per pudore dell'atto scellerato) e aggiunge che posteriormente si opinava di assassinare in vettura il Direttore, ma ch'egli (Riso) riuscì a dissuadere i congiurati dal farlo. Le stesse cose (eccettuato quest'ultimo dettaglio) il Riso disse nei verbali giuridici del 17 e 22 aprile, pubblicati da G. LA MAKTIA, in Sicilia nel Risorgimento Italiano del 1932, fase. I, pp. 84 e seg., sotto il titolo: Alcuni documenti notevoli del processo originale Francesco Riso. Circa l'attentato contro il Maniscalco, avvenuto il 27 novembre 1859, nel verbale giuridico del 22 aprile il Riso concluse: Debbo dirle ancora per serenità di mia coscienza che chi attentò alla vita del Sig. Direttore di Polizia si fu un palermitano con coltello avvelenato e che aveva avuto fatta la. promessa di onze duecento dopo eseguito l'attentato. Le onze 200 importavano la somma di lire 2550- Quegli che commise il delitto fu certo Vito Farina soprannominato Farinetta; H pugnale, rimasto nella ferita, ora si trova nel Museo del Risorgimento di Palermo donato alla Società di Storia Patria dal patriotta Salvatore Cappello che, questore di Palermo net 1860, lo trovò nell'Archivio di Maniscalco, allora rifugiato in Napoli, poi a Maniglia. (Cfr, eu quest'ultimo: L. Rossi, Un Carteggio di Salv, Mani-scaleo, in Sicilia del Risorgimento, 1932 e 1933). .
3) Era il Generale Comandante la Piazza di Palermo. Giovanissimo, nel 1806, aveva militato nelle bande di Fra Diavolo. (Cfr. G. LA CECILIA, Storia della Insurrezione Siciliana, Milano, Sanvito, 1860, voi. I, pp. 20-21).