Rassegna storica del Risorgimento
BEAUMONT (DI) GIULIA ; 1860 ; PALERMO ; MILLE (SPEDIZIONE DEI)
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1942
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261
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Garibaldi a Palermo (nel diano di Giulia di Beaumont) 261
entra in Palermo per Porta di Termini. La sua fuga fu una delle solite sue strategie: egli fece vestire il Colonnello Orsini *) come lui e gli ordinò che coi suoi soldati tenesse desta l'attenzione dei Napoletani e che, dopo una scaramuccia, facesse sembianze di fuggire e fuggisse in effetto; i Napoletani contenti 1*inseguivano mentre il vero Garibaldi per la Guadagna z) entrava in Palermo. I cittadini spiegano le loro energie per respingere le regie truppe.
Il 27 maggio diede uno spettacolo degno di rammemorarsi negli annali della storia. Eira l'alba, il sole indorava appena le cupole della chiesa da dove uscivano contìnue le schioppettate. Il mare limpido come cristallo trasportava i bastimenti fuori del porto. In un momento la rada non conteneva più nemmeno una barca; e si vedeva il Castello che dalla sua bocca di fuoco vomitava cannonate e bombe. La fregata napoletana vicina a Romagnolo tirava mitraglia. In città, in tutti i punti sotto la montagna spari di cannoni e schioppettate. La truppa si ritirò dal Palazzo al Castello. Era sera; i cannoni rumoreggiavano ancora, le bombe, come palloni di fuoco, cadevano a migliaia sulla povera città; incendi spaventosi s'innalzano al cielo. Palermo pareva l'inferno colle sue ardenti fornaci. Noi del Molo vedevamo tutta questa affligente prospettiva col dolore nel cuore; è impossibile; mente umana non può immaginare l'affiigente, l'orrendo spettacolo che Palermo dava in quell'ora. Noi afflitti da quella vista chiusimo le imposte per non lacerarci di più il cuore... Il Molo era silenzioso: già da un'ora non si sentiva più la sentinella che con tremante voce gridava: all'erta sta. 3) Passarono diverse ore; erano quasi le tre dopo mezzanotte, eravamo a cena quando viene la nutrice e ci dice: i forzati si levano i ferri: essi a momenti sortono: che fuoco grande,4) signori: come faremo noi ? Allora noi senza far nulla sentire a Lilla 5) la quale poveretta era fricfat) andiamo sopra nel quarto di "?"à 6) il quale dava precisamente sopra l'Arsenale7) e se non fosse un piccolo vicolo gli sarebbe per mezzo dei canali unito e stiamo ad orecchiare dietro le grade.
*) Trattasi del colonnello Vincenzo Giordano Orsini, palermitano, che guidò l'artiglieria dei Mille nella diversione di Corleone, fu poi ministro della guerra sotto la Dittatura e generale dell'Esercito italiano. Qui la scrittrice abbellisce il racconto di un particolare (il travestimento) costruito dalla fantasia popolare.
2) È una via presso l'Oreto e risponde alle voci arabe guad ed agn che insieme significano fàune di purgazione perchè nelle acque del fiume Oreto, che scorre lungo quelle contrade, le lavandaie solevano andare apurgare la biancheria. Garibaldi avrebbe percorso quella via per entrare in Palermo dopo la discesa di Gibilxossa. I Garibaldini però entrarono dalla via che porta a Termini. (Cfr. P. MERENDA, Vademecum del visitatore dei luoghi dove si svolsero le operazioni militari di Giuseppe Garibaldi, Palermo, VirzU 1910).
0 Era la sentinella di guardia delle prigioni del Molo attìgue alla casa De Gregorio.
4) Espressione popolare per accennare non ad un incendio vero e proprio, ma ad un fatto qualunque le cui conseguenze possono essere di grave nocumento o pericolo. Qui si temeva che i forzati liberatisi dai ferri e dalle prigioni mettessero a sacco le case .dei signori,
5) Lilla era la moglie di Camillo De Gregorio com'è detto più sopra.
*) Marna, come abbiamo detto, era Cecilia Stazzone, e Mamma (senza l'accento) era la suocera.
7) Cosà comunemente si chiamavano le carceri del Molo, in quanto prima, quel casamento serviva alla costruzione delle navi. Il LA LUMIA, Palermo, il suo passato, ecc., Palermo, Pedone, 1875, dice che non poteva contenere più di 460 detenuti.