Rassegna storica del Risorgimento
BEAUMONT (DI) GIULIA ; 1860 ; PALERMO ; MILLE (SPEDIZIONE DEI)
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1942
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266 Ugo De Morìa
vicino le carrozze e perdo sotto i nostri balconi, han molto da fare a tenere la moltitudine dal fischiare. Il segnale è dato e la retroguardia s'imbarca; le carrozze si muovono ! La troppa non è più I Gli uffiziali di Garibaldi, col Duca Donati Generale 0 seguono i signori Palermitani che passano in mezzo ai fiori buttati loro dalle finestre ed alle acclamazioni. La troppa non riceve il minimo insulto e i patti furono adempiuti tanto dai Piemontesi che dai Napoletani. Solo, appena imbarcata, la truppa gridò: Viva il Re. Allora hi moltitudine rispose: Fuori Borbone ! Viva Vittorio Emanuele ! Abbiamo subito messa anche noi una bella bandiera colla croce di Savoia. Stasera grande illuminazione.
Il 20 giugno alle ore 14 passa, davanti alla casa del Molo, Garibaldi a cavallo con due officiali. La Giulia è dispiacente di non averlo potuto vedere in viso.
Il suo costume solito è la camicia rossa di tela, calzoni o bleu o neri, fazzoletto a punta dietro le spalle attaccato sotto il petto, cappello nero olla calabrese con fibbia.
Ma il giorno dopo può vederlo benissimo per una occasione solenne. A 21 ora facemmo attaccare la carrozza per fare una trottata marna (Cecilia Stazzone) Paolo (Lioy) la mamma ed io. Prima ci fermammo sotto il Palazzo Carini mucchio di macerie; colà scendemmo ed arrivati al largo del Palazzo (Reale) vidimo gran folla nei balconi e in istrada numero infinito di carrozze e pedoni. Marna mi diceva che qualche spettacolo era preparato; ma intanto, scese di carrozza, c'incamminammo verso porta dì Castro. Oh che spettacolo dilaniente vedere un quartiere si popolato, grande quanto tutta la città di Vicenza, distrutto in rovina; centinaia di case di cui non esistono più che due mura pendenti e gli scassinati balconi. Opera tutta degli incendi orribili appiccativi apposta. Afflitti di quella vista, retrocessimo, non ebbimo coraggio di andare avanti e, ritornando dove affluiva la gente, domandò il servitore di che si trattava. Si aspetta la truppa dei volontari Piemontesi comandati dal Colonnello Medici gli fu risposto essa arriva da Marsala.2) E noi allora, ansiosi di vedere tanti prodi che col loro braccio vittorioso venivano a redimerci, smontati per la seconda volta dì carrozza, e' incamminammo a piedi verso l'educandato.3) Colà ci fermammo che un battaglione di Piemontesi arrivati la mattina attendeva i suoi compagni. C'intrattenemmo con uno di questi giovani, livornese di anni diciannove e già uno degli eroi della battaglia gloriosa di Solferino. Figlio di un capitano di bastimento, questo giovane soldato nel suo anno diciottesimo, ricevuto aveva una ferita in una gamba. E raccontandoci le sue vittorie, arrivato all'infausta pace di Vili afranca, fremeva ed i suoi occhi uscivano dall'orbita mentre il suo viso infocato dinotava la rabbia. Oh ne diceva - noi digiuni da quaranta ore, dopo trentasei ore di combattimento, a nulla più pensavamo che a batterci ancora... batterci fino all'ultimo
') È un personaggio che la Bcaumont nomina più. volte come quello più in vista fra i seguaci di Garibaldi. Spiccava allora, per pomposa uniforme (tanto criticata e derisa) Giuseppe La Masa al quale, per aver sposato la duchessa Felicita Bevilacqua, qualcuno dava il titolo di -duca. Ma che quel Donati nasca proprio da un equivoco con La Mata, non giurerei, tanto più che la stessa scrittrice, ricordandolo sotto la data del 6 loglio, lo piomba a semplice conte.
2) Non veniva da Marsala, ma da Castel!umore del Golfo ove era sbarcato e dove Garibaldi stesso era andato a porgergli il suo saluto.
*) L'educandato era il Carolino, ora Maria Adelaide in Corso Calata fimi la strada che da Palermo conduce a Monreale.