Rassegna storica del Risorgimento

BASSANO ; UNIT? ITALIANA ; CONGRESSI
anno <1917>   pagina <548>
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Q. D. BeUetti
Soriani ed obbligato ad un ozio forzalo, il generale Bonaparte si sta­bilì a Parigi, dove potè fare la sua educazione politica. A Parigi egli ebbe agio di osservare da vicino la politica dei Termidoriani; vide con quale disinvoltura quei repubblicani trattavano i popoli, che ave­vano riposto fiducia in essi. L'Olanda, infatti, era stata da essi fred­damente sacrificata alla nuova Ragione di Stato repubblicana, che, nel fatto, non differiva dalla regia.
Ora, il Direttorio, sostanzialmente, avrebbe voluto olandiezare l'Italia, per adoperare il linguaggio del tempo; ed il generale Bona-parte avrebbe dovuto essere l'esecutore di siffatto disegno.
Si presterà il generale Bonaparte, o meglio, potrà eseguire una politica cosi poco scrupolosa? E non sorgeranno sul suolo italiano nuove aspirazioni alle quali sarà conveniente accordare qualche sod­disfazione, nell'interesse stesso della Francia ?
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Il generale Bonaparte assunse il comando dell'esercito d'Italia il 37 di marzo 1796, la data del dispaccio sopra ricordato, e subito si accinse ad assolvere il suo duplice compito, debellare i nemici in campo aperto e sovvertire l'antico ordine di cose esìstente: campagna aperta e campagna occulta.
Appena giunto a Nizza, il generale Bonaparte ebbe un convegno coi fuorusciti piemontesi 01 morso), fece loro le più liete accoglienze, li lusingò con belle parole, li impegnò ad aiutare l'esercito francese, e promise loro in ricambio l'assistenza della Francia. Le trattative coi patrioti piemontesi continuarono, cOÈ apparenza di serietà, per alcuni giorni: finche la Corte Sabauda, atterrita per il fermento rivoluzio­nario che si manifestava nel paese, affrettò la conclusione delTarmi-slizio, accettando tutti i patti imposti dal vincitore. Appena firmato f armistizio di Gherasco (28 aprile) il generale Bonaparte abbandonò alla loro sorte i patrioti piemontesi, e scrisse al Direttorio, che non doveva fare un grande assegnamento sopra una rivoluzione in Pie­monte ; perchè lo spirito di quei popoli non era ancora maturo. '
Debellato il re sardo, respinti gli Austriaci al di là dell'Adda, il 15 maggio il generale Bonaparte fece il suo ingresso trionfale in Milano. Molte cose erano o cambiate o diverse, ti generale Bonaparte non era più un ignoto, e le splendide vittorie riportate in pochi giorni avevano suscitato in lui i primi germi dell'ambizione politica. D'altra parte,
* Con. Imp. a. 257 del 28 aprile 1796.