Rassegna storica del Risorgimento
BASSANO ; UNIT? ITALIANA ; CONGRESSI
anno
<
1917
>
pagina
<
559
>
XI Congresso di Bussano 55
Lo Slato veneto combattuto dai patrioti, che, ornai, prevalevano nelle maggiori città della Terraferma, precipitava verso la rovina? ed il generale Bonaparte approfittò di questo stato di cose, per democratizzare la vecchia Repubblica aristocratica e tenerla, quasi direi, sotto sequestro.
L'abolizione del governo aristocratico di Venezia mutò profondamente la situazione politica, che aveva condotto alla stipulazione dei preliminari della pace; e tanto l'Austria quanto Bonaparte erano malcontenti degli impegni assunti. L? Austria avrebbe desiderato il possesso di Venezia; Bonaparte, dal canto suo, avrebbe voluto una migliore frontiera militare per la Cisalpina. In queste disposizioni d'animo sì aprirono a Mombello le trattative per concniudeie la pace definitiva. Il generale Bonaparte riuscì a strappare al plenipotenziario austriaco la linea dell'Adige, ma' dovette cedere, in. cambio, la citta di Venezia. Quest'accordo, però, non fu ratificato a Vienna; e tutto venne rimesso in discussione.
La situazione politica, diventata nuovamente incerta, venne resa ancora più. incerta dalla orisi di governo, che appunto allora aliÉifo* versava la Francia, per effetto delle nuove elezioni, le quali avevano messo il Direttorio in minoranza. Le trattative diplomatiche furono, perciò, sospese, intanto che, a Vienna come a Mombello, si spiava il corso degli avvenimenti.
Dei patti di Leoben e degli accordi di Mombello nulla 0 quasi nulla era trapelato in pubblico : e gli Italiani vivevano nella dolce illusione, che, dopo di essere stati chiamati a libertà, non sarebbero stati sacrificati alla fredda Ragione di Stato. In questa illusione erano mantenuti dallo stesso Bonaparte, il quale permetteva, che giornali ufficiosi, come il Termometro politico ed il Giornale dei Patrioti d'Italia li incoraggiassero ad osare. Il momento pareva propizio alle aspirazioni unitarie degli Italiani. 1 patrioti si agitavano : più di tutti si agitavano i patrioti del Veneto, la euisorte destavate piò giustificate preoccupazioni. Centro dell'agitazione patriottica continuava ad essere Milano ; e questo per più ragioni. Milano, anche prima dell'invasione francese, poteva considerarsi come la capitale del patriottismo italiano: a Milano affluivano necessariamente i patrioti ed i rappresentanti dei paesi rivoluzionati d'Italia, che si recavano a Mombello a fare la corte al generale Bonaparte, l'arbitro, in quel momento, dei destini d'Italia: a Milano i patrioti s'incontravano nei cheto, i quali, dopo aver fomentato la rivoluzione della Terraferma veneta, ad altre e maggiori opere patriottiche intendevano. Da Milano, quindi, era naturale che partisse la nuova parola d'ordine. Tutti i patrioti italiani erano Ornai concordi net voler; formare dei paesi rivoluzionati una sola repubblica, che fosse