Rassegna storica del Risorgimento

BOLOGNA ; GIORNALISMO
anno <1942>   pagina <834>
immagine non disponibile

VARIETÀ, RASSEGNE E DISCUSSIONI
I GIORNALI BOLOGNESI DAL 1815 AL 1860
I giornali bolognesi presentano un particolare interesse, per seguire le sorti di Bologna, dalla caduta del Regno italico all'annessione al Piemonte.
Molti furono i giornali pubblicati in tale periodo, quasi tatti destinati ad una breve vita. Li potremo considerare, dividendoli per diverse serie ài anni. Presentano, in generale, pochi mutamenti esteriori, ed anche questi quasi di nessuna importanza politica, morale e sociale.
Dal 1815 al 1846 i periodici hanno, in grandissima maggioranza, un carattere letterario, artistico, scientifico, agricolo, esclusa la Gazzetta di Bologna e pochissimi altri.
In tal triennio è compresa anche la breve parentesi della rivoluzione del 1831, la quale diede luogo, in Bologna e nelle Romagne, ad una vera quanto spontanea fioritura di giornali, battaglieri e ardenti sostenitori di nuovi principii e delle nuove, aspirazioni politicosociali.
Ma la maggior fioritura si ebbe dal 1846 al 1849: la legge del 15 marzo 1847 sulla stampa, l'enciclica del 2 giugno 1848 ed il mota-proprio del 3, fecero aumentare non solo il numero dei periodici, ma diedero ad essi una maggior libertà ed una maggior larghezza nella trattazione dei problemi politici ed economici.
Il giornalismo bolognese, dal 1846 al 1849, fu attivo e multiforme: alcuni gior­nali, come 12 Felsineo, L'Italiano, U Unità, La dieta italiana, si acquistarono una larga rinomanza, accanto ai confratelli di Torino, Milano, Firenze, Roma e Napoli, ed anche a giornali esteri, coi quali ebbero frequenti rapporti: e ciò non solo per il loro carattere tecnico ed informativo, ma anche per le idee agitate e la nuova funzione politica propugnata e difesa,
Più tristi ed oppressive apparirono, quindi, le disposizioni prese dopo il ritorno del Pontefice, per cut l'attività giornalistica in Bologna fu stroncata quasi inte­ramente. Questo perìodo, che va dal 1849 al 1859, può suddividersi in due: dal 1849 al 1856; e dal 1856 al 1859.
Dalla produzione del primo esula qualsiasi carattere politico, verso aspirazioni riformataci. Tuttavia il (verno pontifìcio non privò la dotto Bologna, già abituata a cosi larga ed aperta discussione, del conforto della stampa periodica. La quale, per quanto vigilata dalla censura, dal 1856 in poi, torna a respirare un'aria meno soffo­cante e costrittiva; ridiventa liberale-conservatrice, ed a poco a poco orientata verso il Piemonte; e le idee vengono sostenute ed agitate combattivamente e strenuamente.
Si preparano gii animi e le menti olla riscossa, ormai prossima.
L'elenco, quanto più possibile diligente, dei giornali bolognesi dal 1815 al 1860, è stato compilata sulle collezioni possedute dalla Biblioteca dell'Archiginnasio, dalla Biblioteca Universitaria, dal Musco del Risorgimento ed anche dalla Biblioteca privata Ambrosini di Bologna, e può segnare una traccia visibile della potenza della stampa periodica, conte arma di battaglia e di progresso, di lotta e di conquista.
Anche negli articoli e negli annunci più innocenti appare vivo lo spìrito di una finalità, che non vuole fermarsi all'annunzio ed allo spanto, ma che mira assai più lontano.