Rassegna storica del Risorgimento
1841 ; AQUILA
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1942
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Giovanni De Causar!,*
Pacentro, che si mosso tanto nel 1814, Angelo Antonio de Bartholomaeis dì Carapelle, condannato politico nel 1848, Simone e Giuseppe Camponeschi di Cittarcale, di antichissima famiglia, che nel sec. XV osava occupare intieri paesi e impadronirsene,J) Cirillo Cocucci di Collélongo, che potrebbe essere parente del COCUZZE leste nominato: Pietro Leopardi di Amatrice, segretario dei Carbonari e socio dell'Accademia aquilana dei velati in questo tempo, era attivissimo anche poi e partieolur nome si acquistò nel 1848. Vanno altresì notati Emidio Morelli di San Demetrio, Giuseppe Marchetti di Barisciano, Giuseppe Moscone di Bagno, Francesco Saverio Incarnati di Gioia, Giuseppe d'Orazio di Rocca di mezzo, Giovanni, Francesco e Angelo Moria Persichctti, umili operai di Sassa, che col loro nome ci richiamano alla memoria i nobili Persichctti dell'Aquila, e che nell'elenco dei Carbonari della città e della provincia, da me posseduto, mancano; Panfilo Falcone di Scanno, Giacomo Dragonetti dell'Aquila, Gran Maestro e presidente del Dicastero; Francesco Fiore, Giuseppe Guamieri, Giacinto e Beniamino Vincentini. Pochi nomi rispetto al gran numero di Carbonari che il capoluogo ebbe, il che ci mostra con quanta diligenza fossero fatti questi ed altri elenchi2) !
La Carboneria era in tutto il Regno attivissima e l'associazione carbonica aquilana non meno delle altre. 3) Il Sovrano, piegato dagli eventi, concesse, pari a quella di Spagna, la Costituzione. Grande fa la gioia anche nell'Aquila, per non dire nell'Abruzzo. Le elezioni politiche ebbero luogo. Deputati per la Marsia furono Luigi Dragonetti, Giuseppe Antonio Lozzi, Francesco Saverio Incarnati, Giuseppe Grazi (o D' Orazio ?). L'entusiasmo durò poco, poco durarono le speranze. La condotta del He non poteva essere che equivoca. Invano Guglielmo Pepe, visitando anche l'Abruzzo (ricordiamo tra le città da lui visitate Penne, Teramo, L'Aquila) esortò i Carbonari ad aver fede. Invano. Tutto si faceva dipendere dall'esito della guerra tra l'esercito austrìaco e il borbonico. D quale, mal vestito, male armato, combattuto anche dall' iniqua stagione, fu battuto a Rieti il 7 marzo e ad Antrodoco, nell'aquilano, il 9 marzo.
Non aspettavano altro l'Imperatore d'Austria e il Re di Napoli. La Costituzione, promessa con giuramento, non fu mantenuta: il Parlamento fu sciolto. La Carboneria, di conseguenza, rinnegata: non esisteva più, ma rimanevano i carbonari, sebben ridotti di numero, e vaghi di speranze.
Moti liberali e sospetti si ebbero particolarmente nel 1831, e non possono riferirsi all'opera della Giovine Italia fondata nello stesso anno, e i cui seguaci nella citta di Teramo appaiono l'anno appresso. Le notizie dello Stato Pontificio e dei moti politici che lo turbavano, giungevano nell'Abruzzo dalle vicine Marche, com'era l'anno appresso dei moti del Ducato di Modena. Spesso si dava corpo alle ombre, come avvenne nelle città di Penne dove Carlo Filippo Carunchio, da poco Sottintendente, credette che tendessero le fila di una congiura, Pietro Mantricchia, il notare Antonio Capone! ti, Filippo Forcella, Bernardo Guglielmi, Salvatore Orsini e Luigi Magaldi; e ottenne che
1) SALCONIO, MS., esistente nell'Archivio comunale di Penne.
2) L'elenco dei Carbonari dell'Aquila e della provincia, da me trascritto nell'Archivio di Stato di Napoli, comprende circa ottocento nomi.
3) LAMBERTO CHIARELLI, La Carboneria in Aquila e provincia* in Bultettìno della Regia- Deputazione abruzzese di Storia patria, serie IH, u. XIXIIIMCMXX. Per notizie relative ai rei di Stato del 1799, v.: GIUSEPPE RIVF.UA, L'invasione francese in Italia: VAbruzzo aquilano dal 1792 al 1799 (estratto dal Bollettino di Storia patria negli Abruzzi), Aquila, Tipografia atenuna, 1907. L. COPPA ZUCCARI, V invasione Francese negli Abbruzzi (1798-1810). Voi. I e IL Aquila Tipografia Vecchioni, 1932; (1798-1822) Voi. Ili e IV : Roma ; Tipografia Consorzio Nazionale, 1939.