Rassegna storica del Risorgimento

1841 ; AQUILA
anno <1942>   pagina <857>
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La sollevazione aquilana del 1841 857
Sul finire di settembre, furono arrestati parecchi ribelli di Aquila, tra' quali il marchese Dragone.!!, già deputato al Parlamento nel 1820, Luigi Falconi, il barone Giuseppe Cappa, e l'avvocato Morrei li (sic). Il governo mandò in quella provincia il generale Casella in qualità di commissario del re, il quale istituì una Commissione mili­tare, e processò 150 (sic) rivoluzionari; de' quali alcuni furono condannati a varie pene temporanee, nessuno a morte (sic); tutti poi ebbero la grazia sovrana e furono messi in liberta. I settari, invece di ammirare e lodare la clemenza del Re, ricorsero alle solite loro calunnie, spacciando che il Casella avesse fucilato quattro (sic) patrioti, cioè quelli che caddero nel conflitto, facendoli passare per condannati e giustiziati, senza però dire il nome dei medesimi, essendo poveri villani (sic). Asserirono inoltre che il re avesse ridonato la libertà ai condannati dalla Commissione militare, non già per insito sentimento di clemenza, ma per paura e viltà....*)
Così, non e molto tempo, si scriveva la storia !
Intorno ai moti dell'Aquila scrive anche il Rosi: ... Cospiratori del Regno agi­ranno presto d'accordo con altri cospiratori di altre parti d'Italia e con le simpatie in tal modo guadagnate si accresceranno le preoccupazioni del governo. Per esempio, nel 1841 a Catanzaro si arrestarono cittadini sospetti di aver aderito alla Giovine Italia nello stesso anno sotto la guida del Barone Vittorio Ciampella, scoppiarono moti nel­l'Aquila (8 settembre), moti che furono repressi con la forza, ma che fecero nascere il dubbio che i ribelli, i quali dicevano di volere una costituzione col Borbone (sic) ed un largo decentramento amministrativo, sperassero aiuti dal di fuori. L'Autore in nota aggiunge: Durante la rivolta (sic) fu ucciso il colonnello di Gendarmeria Gennaro Tanfano, e l'impelo dei ribelli fu tale che parve sicura la vittoria. Ma i paesi vicini rima­sero tianojdlH eiarrryo di numerosi rinforzi regi costrinsero alla fuga centinaia di cit­tadini, mentre molti di essi vennero arrestati. Una commissione militare condannò a pene diverse una sessantina (sic) dei più compromessi. Parecchi furono condannati a morte, ma tre soli vennero fucilati (Raffaele Scipione, Gaetano Damiani e Carlo Curato (sic). Gli altri si salvarono con la fuga, o ebbero la commutazione della pena. 2)
GIOVANNI DE CAESAKB
0 GIUSEPPE BUTTA, I Borboni di Napoli al cospetto di due secoli, voi. DT, Napoli, Tipografia del giornale La Discussione, 1877.
2) MICHELE ROSI, Storia contemporanea d'Italia dalle origini del Risorgimento ai nostri Giorni, 2* edizione, Unione Tipografico-cditrico Torinese, 1922. Dello stesso autore va ricordato il Dizionario del Risorgimento Italiano (i /òtti le persone), in quattro volumi, Milano, Cosa editrice Vallardi.