Rassegna storica del Risorgimento
1841 ; AQUILA
anno
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1942
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pagina
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860
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LIBRI E PERIODICI
Geu. SAI.VA.TOKE PAGANO, La guerre di Federico li: Bologna, Zanichelli, 1.939, L voi. in 8, pp. XtI-330.
La complessa personalità di Federico II, re di Prussia, è abbastanza, ito La a tutti* come pure sono note le sue imprese di guerra, in genere fortunate, e l'ingrandimento e il consolidamento del suo regno che furono la conseguenza dei successi riportati nella guerra di successione austriaca, e in quella dei sette anni. Anzi durante quest'ultima egli ebbe il coraggio di affrontare quasi solo una coalizione, nella quale entravano tre delle grandi potenze europee, e per vari anni tenne testa'agli eserciti che spuntavano ovunque ai confini del suo regno, li battè ripetutamente in grandiose battaglie campali, e alla fine riuscì a terminare la guerra senza nessuna perdita, anzi avendo procurato alla Prussia un prestigio tale da farla annoverare fra le potenze che contribuivano a determinare i destini europei.
Tutto questo si deve non solo alle virtù, diplomatiche, ina-anche a quelle guerriere del gran re. Meno noto è, invece, il fatto che la sua gloria militare non riposa soltanto sulle qualità di grande capitano, ma anche su una innovazione profonda che egli portò nell'arte della guerra, nella quale instaurò, specie nel campo tattico, metodi e principi nuovi, quei metodi e quei principi che ancor oggi fondamentalmente ispirano l'arte della guerra.
Cosicché èra inevitabile che la collezione di studi, intrapresa dalla Casa editrice Zanichelli e dedicata olla Storia dell'Arte militare moderna, dovesse cominciare da Federico II. Le sue innovazioni non furono nei mezzi e negli strumenti di guerra, perchè egli si servì delle armi del suo tempo ed ereditò dal padre un esercito ben organizzato e disciplinato. La sua azione in questo campo si esercitò soprattutto nel tenere sempre allenato ed efficiente l'esercito, nel perfezionarlo, nel correggere errori ed eliminare inconvenienti, secondo gli insegnamenti dell'esperienza.
L'A. dopo aver dato un rapido sguardo olle istituzioni militari da Roma in poi, allo scopo di meglio far comprendere l'opera di Federico II, dopo aver brevemente ricordata l'educazione da lui ricevuta, esamina a lungo, in tutti i loro particolari e con un abbondantissimo corredo di cartine, le guerre e le battaglie da lui combattute,, insìstendo soprattutto sulla originalità dei suoi metodi. L'innovazione fondamentale portata nel modo di combattere è quella di sostituire al sistema rigido, si potrebbe quasi dire statico, in vigore ai snoi tempi, un sistema basato soprattutto sul movimento, movimento delle schiere combattenti, movimento nella condotta della battaglia. Naturalmente tutto ciò era possibile solo tenendo conto di tutti gli elementi che concorrono al successo uomini, armi, terreno nella rapidità delle mosse, e nella precisione dei movimenti. Per ottenere ciò sono indispensabili le qualità di un grande capo, e cioè conoscenza degli uomini e delle loro capacità, intuizione dei progetti e delle debolezze del nemico, giudizio spassionato e sereno degli avvenimenti, rapidità di concezione per afferrare immediatamente i subiti cambiamenti della situazione, nettezza e rapidità di decisione per cogliere le occasioni favorevoli, fronteggiare i pericoli. Tutte le volte che spiegò queste sue qualità ottenne pieno successo, e viceversa tutte'le volte che ebbe un momento di dubbio o di esitazione oppure si incitino ai pareri altrui andò incontro od errori. Queste le qualità che Federico II rivelò sul campo di battaglia, ma esse non sarebbero bastate u procurargli il successo di fronte a forze talvolta molto superiori alle sue. Il segreto delle suo vittorie si deve ricercare soprattutto negli Innovamenti tattici*
Ai suoi tempi la battaglia si iniziava e sì svolgeva fra due schiera avversarie che si spiegavano parallele a breve distanza l'una dall'altra. I movimenti erano rigidi, frontali, di poche ceti binata di metri, fra il tuonare delle artiglierie, appostate avanti o