Rassegna storica del Risorgimento
1841 ; AQUILA
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1942
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Libri e periodici 861
negli mtervalli delle fanterie: la cavalleria rimaneva alle ali e indietro a breve distanza; il combattimento si risolveva iti poche salve di fucileria. Gli esecciti non sapevano ne potevano manovrare. Federico impadronendosi di quel sistema comprese che occorreva produrre uno squilibrio nello schieramento iniziale, parallelo, di foncé uniformemente ripartite in tutta la fronte; vide che bisognava portar di sorpresa la propria massa su uno dei tratti dello schieramento nemico, preferibilmente su di un'ala. Ed attuò la sua manovra con semplicità estrema; sfilare su più colonne, dispersi in senso obliquo verso il fianco o un'ala, o anche a tergo del nemico* volgersi di fronte e attaccarlo con vigore, mettendo in azione tutto il fuoco delle artiglierie per sostenere I*as? salto, facendo irrompere la cavalleria, per travolgere l'ala attaccata ed aggirare il tergo. Il nemico impotente a manovrare rapidamente, a cambiare la propria linea, sorpreso su di un fianco, dove non attendeva l'attacco, era costretto a battere in ritirata o ad arrendersi. H procedimento è unico: un'ala rinforzata ed avanzata scrisse Federico il centro e l'ala opposta più deboli e ritratti, ecco il mio ordine obliquo . Ma le applicazioni che ne fece, diverse l'ima dall'altra, sono tante quante le battaglie da lui impegnate.
In questo quadro non dissimile, nella sua essenza, da quello dell'anùchita, vi era ora un elemento nuovo, l'artiglieria. Nei suoi scritti Federico II sostenne che l'attacco debba eseguirsi dopo essersi assicurati la superiorità del fuoco. Questa superiorità ottenne con gli schieramenti delle artiglierie e coi concentramenti dei tiri su detcrminate zone dello schieramento avversario; ma l'ottenne anche con l'addestramento delle fanterie ad eseguire, con celerità inusitata, regolarissimc salve di fucileria. E ottenne l'urto potente ed irresistibile, prescrivendo alla cavalleria la sola carica a travolgente andatura, con la proibizione di far fuoco.
Con queste doti e con quéste innovazioni sul campo di battaglia e nella dottrina tattica, fu un maestro sommo ed indiscusso, e i suoi insegnamenti vennero ripresi in pieno dal più grande capitano dei tempi moderni, Napoleone I. . ,
NICOLA NICOLTHJ, La spedizione punitiva del Latouche-Tréville (16 dicembro 1792) ed altri Saggi sulla Vita politica napoletana alla fine del secolo JCVIIIi Firenze Felice Le Monnier, 1939-XVHI, in 16, pp. XXI-210. L. 18.
Legando in volume questi.saggi su disparati momenti ed epoche della'vicenda napoletana del secolo XV111, Nicola Nicolini si è proposta, più che la storia, la dimostrazione del sorgere e dei l'attenuarsi di una coscienza politica nelle classi dirigenti di un paese, già ridotto, per secoli, allo stato provinciale, con la relativa degradazione dei suoi problemi di vita pubblica a finalità e modi puramente amministrativi, e, ne> ceti responsabili, a quistioni d'impiego, di carriera, di personale o familiare tornaconto*
La distinzione, che anche noi, e proprio in fatto di storia napoletana, abbiamo, talora, fatta tra amministrativo e politico, per chiarire atteggiamento e indole d'individui e sviluppi e metodi di governo, rischia, tuttavia, di restare inadeguata e illusoria quando ai estenda a qualificare l'ideologia, il sentimento, lo spirito delle masse. Se, nel caso degli individui al potere, la mentalità amministrativa indica, essenzialmente, la tendenza a venire incontro alle esigenze sociali del corpo governato con spirito di passivo adattamento e prowidenzialità, nell'altro essa costituisce una vera manifestazione del senso politico, la cui ragion storica va, beninteso, sceverata caso per caso. Dall'alto, dal centro dell'amministrazione, hai regolamento,.conservazione o perfezionamento dell'ordine costituito; ma dal basso richiesta di quell'ordine, corno realtà politica desiderata. Mediocre richiesta, certo, ove, come nella più. piena età del Risorgimento, organo, nel fatto, bisogni più alti, ma inestricabUci anche allora, dai maggiori problemi, e legittima, del resto, in altro tempo, nel quale la raggiunta autonomia del paese, l'accertata sicurezza esterna, l'assenza di una forte spinta migratoria, che ponga in primo piano i problemi di politica estera, la patriarcalità dell'economia