Rassegna storica del Risorgimento
1841 ; AQUILA
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1942
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865
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Libri e periodici 865
notizia che il prete brigante sia stato battalo a mare, al momento opportuno, dai maggiorenti carbonari del Salento riposa sempre sulla base delle Memorie della Church e di quell'ingenuo e strano poemetto del colono analfabeta di Grollagli?, che il Lucarelli utilizza largamente, quale segno dell'interpretazione, che di quei sanguigni fatti faceva, nell'èmpito del primo sentimento, la coscienza popolare. Ma le occulte trattative corse tra quei capi e il Church sono, finalmente, comprovate da un'anonima relazione ufficiosa, rinvenuta dal Nostro nei fasci di Casa Reale del Grande Archivio di Napoli relativi a sette e settari (p. 159).
Forse troppo indugia il Lucarelli nel compatire la sorte di quei malfattori, ai quali, agli uni e all'altro, l'autorità politica o quella militare, per liberarsene, non mantennero, scambiandosi opportunamente le parti, le promesse di capitolazione o di accordo. I sentimenti di sdegno per quelle lesioni della parola di onore erano ben comprensibili in uomini della milizia, che, specie nell'età napoleonica, erano avvezzi a far da se, secondo i principi della morale multare, e mal comprendevano che la loro posizione, ora, era di subordinati strumenti di mera forza, non autorizzati a impegnare la responsabilità dell'autorità di Governo che li dirigeva. Anche il conto del doppio sterminio dei VaràareUU spesso addebitato al generale Amato, si può oggi, con sicurezza riportare all'organo politico della provincia di Capitanata. Quell'intendente Nicola Intontì, destinato a lasciar di sé non fausta fama di ministro di polizia, nel Giornale dell'Intendenza dell'anno un documento sfuggito al solerte Lucarelli segnala ai magistrati dipendenti e alle popolazioni della provincia accuratamente con calde parole di elogio tutte le distruzioni di bande operate a Facto, a San Bartolomeo, a Santa Agata e sin le sottomissioni dei briganti che chiedevano impunità sui Vardarclli, sull'eccidio di TJruri, su quello di Foggia, stende un velo di silenzio profondamente significativo. Gli argumenta ex silentio son sempre ambigui: ma questo era di certo politicamente imposto, e giova credere che nessuna diligenza di ricerca, anche più fortunata di quella del nostro Lucarelli, giungerà mai a dissiggillarlo.
Questo libro è pienamente narrato, con fiuenza perfetta, appena mossa da una
lieve onda di sentimento, che fonde, in sintesi senza fratture, i vari e ricchi elementi
di ricerca, con un equilibrio e una solidità di discorso, che s'indovinavano già nei
libri antecedenti del Lucarelli, ma qui solo si dispiegano compiutamente. Lettura,
quindi, a metà romantica, senza sacrificio della serietà dell'argomentare e delle
prove, adatta al maggior pubblico, e soddisfacente al più rigido ed esigente degli
studiosi.
POMPEO FALCONE
ANTONIO MONTI, Vittorio Emanuele Ili Milauo, Garzanti, editore, 1941-XIX, in 8, pp. 414. L. 22.
Quest'opera, scritta con intenti di larga divulgazione, è però condotta con scrupolosa cura d'indagine. La prima parte, che corre dalla nascita del gran Re sino all'abdicazione di Carlo Alberto, non è che una succinta rifusione, con qualche lieve ritocco, del volume La giovinezza di Vittorio Emanuele II, edito dne anni fa dal Mondadori e accolto dalla critica con lusinghiero favore; ma la seconda parte, che abbraccia il perìodo 1849-1878, è quasi del tutto nuova (ne sono solo apparse alcune pagine su qualche rivista); e anche se non è ricca di materiale inedito come la precedente, è tuttavia basata su sicure testimonianze (di cui molte trascurate o dimenticate) sì die la figura del Re Galantuomo di poco potrà allontanarsi in avvenire, anche quando archivi nostrani e stranieri sinora inaccessibili saranno aperti agli studiosi, dulia vivida ricostruzione offertaci dal Monti, Tanto più che l'A. (e in questo sta, a mio avviso, il pregio migliore di questo lavoro) non lui voluto darci una storia dei tempi e del regno di Vittorio Emanuele II (già del resto ampiamente narrata, tra gli ali ri, dal Massari e dal Bersc-zio), ma piuttosto uno stùdio dell'uomo, considerato segua!amente nella sua schietto e concreta individualità. Ln biografia di Vittorio Emanuele i stata di aolilo ripensata sino